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Parigi, Normandia e un po' di Bretagna

Informazioni

Luogo: Parigi, Normandia, Bretagna
Periodo: 19 Lug 2013 -> 04 Ago 2013
Caratteristiche: paesaggi, natura, storia ed architettura
Consigli: un grandangolo è obbligatorio per catturare i meravigliosi paesaggi che si possono ammirare sulla costa; un filtro tipo Hoya ND400 può essere utile per smussare cielo e mare; obbligatoria qualche uscita all'alba ed al tramonto

Attrezzatura

Fotocamera: Nikon D5000, Nikon D5100
Obiettivi: Nikkor AF-S DX 18-105mm f/3.5-5.6G ED VR, Nikkor AF-S DX 35mm f/1.8G, Sigma 10-20mm f/4-5.6 EX DC HSM
Filtri: CIR-PL Hoya HD 67mm, ND400 Hoya 77mm
Altro: Treppiede Manfrotto 190XPROB, Testa Manfrotto 410 Junior


Dopo ormai più di un mese è ora di scrivere un articolo a proposito di questo bellissimo viaggio di due settimane, in cui ho avuto modo di visitare abbastanza bene gran parte della Normandia. Si tratta di una regione che non ha bisogno di presentazioni, ben conosciuta soprattutto per i suoi paesaggi, con le caratteristiche scogliere bianche a picco sul mare che si estendono per decine di chilometri, ma altrettanto nota per essere stata teatro del celebre sbarco che ha dato una svolta alla Seconda Guerra Mondiale. Sarebbe tuttavia riduttivo limitare la sua fama a questi due aspetti, come potrete vedere nel corso di questo articolo.

Inizialmente i piani prevedevano di visitare anche la Bretagna, ma date le distanze ed il tempo a disposizione abbiamo dovuto limitare l'itinerario. Limitare per modo di dire, dato che il viaggio, interamente effettuato in auto, ha contato circa 3200km. Poco male: la Bretagna avrà prima o poi l'attenzione che merita. Qui sotto trovate la mappa che mostra le principali località toccate durante il viaggio.

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Qualche giorno a Parigi

Che vogliate andare in Normandia in aereo, in treno o in auto, una tappa a Parigi è praticamente obbligatoria. La capitale francese si trova esattamente sulla traiettoria di un qualsiasi viaggio effettuato a partire dall'Italia e rappresenta un ottimo punto di partenza grazie ai suoi ottimi collegamenti nazionali ed internazionali.

Parigi offre una miriade di spunti fotografici indipendentemente dal periodo dell'anno, quindi non dovrete preoccuparvi ma solo decidere bene dove vale la pena andare per trovare quello che cercate. Non sto a dilungarmi sull'argomento dato che ho scritto un intero articolo a riguardo: Qualche giorno a Parigi.

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Giverny, Rouen e la valle della Senna

Partendo da Parigi la prima tappa è stata Giverny. Questo piccolo paesino è noto per aver ospitato Claude Monet, che vi trascorse gli ultimi anni della sua vita. La casa, ormai divenuta museo, è circondata da un immenso giardino in cui è possibile riconoscere diversi soggetti dei dipinti del pittore impressionista. Particolarmente significativi sono il laghetto con le ninfee ed il ponte giapponese, da cui nacquero Les Nymphéas e Le pont japonais, ma visitando il giardino vi renderete conto di quante varietà di fiori ci siano, tutti perfettamente curati. Ovviamente sia la casa che il giardino sono invasi dai turisti, ma se siete fortunati o avete pazienza potete aspettare l'orario della chiusura o approfittare di un improvviso acquazzone per guadagnarvi qualche momento di calma.

All'interno della casa spicca la cucina gialla, dove Monet ospitava i suoi amici. Se vi dovesse venire in mente di scattare una foto ricordate che è assolutamente vietato (sia con che senza flash). Piccolo commento: ok, dovranno pur vendere cartoline, libri e quant'altro, ma il biglietto di ingresso è a mio parere più che sufficiente a mantenere la casa-museo, quindi, sebbene io non l'abbia fatto, non mi sento di criticare chi scatta comunque qualche foto.

Lungo il percorso che da Parigi conduce verso la costa sarete accompagnati dalla Senna, che si dirige tortuosamente verso il mare. Alcune tappe che meritano una breve sosta sono Les Andelys, piccolo paese lungo il fiume, Château Gaillard, il castello i cui resti si ergono sulla vicina collina e da cui si può ammirare un bel panorama della Senna e del paese sottostante (ideale la visita del castello con la luce bassa del tramonto), l'abbazia di Jumièges, custodita all'interno di un grande giardino dove è possibile passeggiare tra le mura dell'abbazia, ormai a cielo aperto e Vernon, almeno per ammirare il Vieux Moulin sulla riva dela Senna.

Proseguendo verso nord-ovest si incontra Rouen, graziosa, ordinata e pulita (particolare che noterete soprattutto se avete trascorso i tre giorni precedenti a Parigi...). A Rouen morì Giovanna D'Arco, o meglio, Jeanne D'Arc, ed infatti il suo nome ricorre un po' dappertutto. A lei sono dedicate sia piazze e chiese che locali e ristoranti. La cittadina si gira tranquillamente a piedi e prendendo una mappa all'ufficio del turismo potrete percorrere un itinerario che vi condurrà attraverso le sue vie verso i monumenti principali: la cattedrale, senza dubbio il simbolo di Rouen e non a caso soggetto di diversi quadri di Monet, ma anche l'orologio astronomico, tra i più antichi d'Europa, e la sua torre (che è possibile visitare).

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Fecamp ed Etretat

Lasciata Rouen è giunto il momento di visitare le coste della Normandia. Non appena raggiunto il mare riconoscerete immediatamente le bianche scogliere a picco, che si estendono per decine e decine di chilometri in entrambe le direzioni. Senza spingersi troppo a nord la prima tappa è Fecamp. Non ho visitato il paese ma mi sono limitato al panorama che si può vedere salendo sulla collina ai piedi dei due fari.

Ma veniamo ora ad una delle destinazioni assolutamente da non perdere: Etretat. Siamo ad una ventina di chilometri ad ovest di Fecamp. Si tratta di un paesino sulla costa, circondato su entrambi i lati da ripide falesie che l'erosione ha sapientemente modellato fino a formare diversi archi, diventati ormai il simbolo di questa piccola località. Provate ora ad indovinare chi ha dipinto queste singolari creazioni della natura? Avete detto Monet? Bravi.

Il punto migliore per rendervi conto di dove vi trovate è la spiaggia. Guardando sia a destra che a sinistra vedrete i sentieri che permettono di salire in cima alle falesie. A destra la salita che conduce ad uno spiazzo, raggiungibile anche in auto, dove potete ammirare una graziosa chiesetta che si affaccia sul mare, mentre proseguendo verso est è possibile continuare a percorrere la cresta della falesia. A sinistra della spiaggia c'è invece la salita che porta alla falesia che sovrasta i famosi archi. Da questa parte non esiste alcuna strada ma solo un sentiero che dapprima costeggia un campo da golf e poi ridiscende verso una spiaggia. Nel caso dormiate a Le Tilleul potete raggiungere Etretat a piedi con una bella passeggiata di circa un'ora.

Ok, siamo ad Etretat, ma ora è giunto il momento di fare qualche foto... Appena arrivato sul posto ho voluto subito dare un'occhiata alla spiaggia. Era sera, ma la luce era ancora abbondante. Inizialmente non me ne sono reso conto ma se guardate attentamente una mappa noterete che Etretat si trova ad ovest di Greenwich. Cosa significa? Significa che in teoria dovrebbe esserci un'ora di fuso orario di differenza, ma siccome tutta la Francia mantiene lo stesso fuso il risultato è che il sole tramonta (e sorge) più tardi che a Milano. Inoltre, dato che Etretat è molto più a nord rispetto all'Italia, le giornate sono più lunghe. Insomma, a fine luglio il sole ad Etretat sorge verso le 06:20 e tramonta poco prima delle 22:00. Se vi interessano gli orari precisi (e se volete fare delle belle foto credo che vi interessino) trovate sul sito di Juza la tabella annuale di alba e tramonto.

Un altro dettaglio importante non solo di Etretat ma di tutta la costa sono le maree, fenomeno naturale che raggiunge il suo culmine nella baia di Mont Saint-Michel. Quando la marea è bassa affiora dall'acqua una distesa di scogli, che svanisce tra i flutti non appena il livello del mare sale. Le rocce che spuntano sono colorate di verde dalle alghe che ne ricoprono la superficie o rese nere dalle cozze che vi si aggrappano. Nonostante lo spettacolo invogli ad avventurarsi lungo le rocce che affiorano ai piedi delle falesie è necessario prestare molta attenzione agli orari delle maree per evitare di restare intrappolati in qualche insenatura o peggio di trovarsi in mezzo al mare da un momento all'altro. I cartelli ai bordi della spiaggia mettono in guardia gli sprovveduti, riportando gli orari delle maree e qualche consiglio per evitare problemi. Se decidete di fare qualche foto durante la bassa marea leggete attentamente!

Etretat è (non solo) a mio parere uno dei luoghi più belli della Normandia. Non vi preoccupate troppo di orari e condizioni meteo: ci sono certamente situazioni migliori di altre, ma il panorama è così bello che merita di essere osservato sia con il sole, quando la luce proietta le nette sagome delle scogliere, che con la pioggia, quando il cielo si fa minaccioso e contrasta con il bianco della roccia e della spiaggia, sia all'alba, quando il sole sorge dietro la chiesetta sulla cima della falesia ad est, sia al tramonto, mentre svanisce sul mare. Insomma, il consiglio è di trascorrere nei dintorni almeno un paio di notti, in modo da poter vedere diverse condizioni di luce e scegliere bene i luoghi da cui scattare le vostre foto.

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Le località di villeggiatura della costa

Sebbene dal punto di vista delle località di villeggiatura il nord della Francia sia molto meno conosciuto del sud, la Normandia conta diverse mete delle vacanze estive dei francesi. Proseguendo da Etretat in direzione ovest, dopo aver attraversato il ponte di Normandia, si incontrano diverse località che si susseguono lungo la Côte Fleurie. In questo tratto la costa interrompe la sua conformazione rocciosa per lasciare spazio ad ampie spiagge che ben si prestano ad ospitare il turismo estivo, ma scordatevi l'affollamento a cui siete abituati nella maggior parte dei luoghi più noti che vi vengono in mente.

Tra tutti i paesi uno dei più noti è Honfleur, dove potete passeggiare piacevolmente tra le piccole vie del centro e di cui non potete perdere il Vieux Bassin, il caratteristico porto circondato da una fila serrata di casette alte e strette.

Poco più avanti si trovano Trouville-sur-Mer e Deauville. Sebbene siano separati solamente da un ponte i due paesi presentano caratteristiche differenti. Ad est Trouville-sur-Mer ha un carattere più semplice, nonostante percorrendo la passerella lungo la spiaggia sia possibile ammirare numerose ville dell'800 che si affacciano sul mare, lussuose ed imponenti. Si trattava in origine di un piccolo paese di pescatori, che con il passare del tempo ha dato sempre più spazio al turismo, divenendo una località piuttosto nota ed apprezzata. Non ho avuto tempo di visitarla come si deve, ma a quanto pare conserva ancora diversi tratti che ricordano le sue origini.

Ad ovest di Trouville-sur-Mer, attraversato il fiume Touques, si trova Deauville, paese decisamente più lussuoso del suo vicino. Passeggiando per le sue strade si incontrano diverse residenze che meritano di essere fotografate, mentre nella piazzetta, accanto al casinò, si sussegue una serie di boutique di moda dei marchi più famosi. Lungo la strada che costeggia la spiaggia conterete numerosi hotel a quattro stelle, mentre camminando lungo la passerella della spiaggia incontrerete una lunga fila di cabine dedicate alle star del cinema più conosciute. Deauville ospita infatti un celebre festival cinematografico, che si svolge ogni anno a metà agosto.

Quelle appena descritte sono alcune delle più note località della Côte Fleurie ma se avete tempo vi consiglio di percorrere questo tratto di strada attraversando anche altri paesi (per esempio Cabourg) piuttosto che muovendovi lungo l'autostrada che procede spedita nell'entroterra. Tra le caratteristiche che distinguono questa zona ci sono le fastose ville dell'800, periodo in cui molti artisti vennero attirati dal crescente interesse turistico di queste località, e le spiagge, con le larghe passerelle in legno, le caratteristiche e multiformi cabine e soprattutto i particolari ombrelloni, dai colori intensi e variegati, resi unici dai teli che li avvolgono quasi totalmente fino a farli diventare una sorta di piccolo camerino in stoffa, e che a fine giornata vengono grossolanamente legati attorno agli ombrelloni chiusi. Il cielo in continuo cambiamento entra spesso in contrasto con i colori della spiaggia verso sera, regalando viste suggestive.

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La zona dello sbarco

A pochi chilometri dalle più rinomate località di villeggiatura della Normandia, poco più ad ovest della cittadina di Caen, si trovano le famose spiagge dello sbarco in Normandia, dove con l'operazione Overlord ebbe inizio la marcia alleata verso la liberazione di Parigi durante la Seconda Guerra Mondiale. Utah, Ohama, Gold, Juno e Sword sono i nomi assegnati alle spiagge che coprono un tratto di costa di una cinquantina di chilometri dove si svolse una delle più imponenti operazioni militari della storia. Credo che durante un viaggio in Normandia la visita di queste spiagge sia doverosa ed assolutamente da non perdere. Tutta la zona tra Caen e la penisola del Cotentin è costellata di musei, resti bellici, monumenti commemorativi e cimiteri militari. Vi consiglio di documentarvi in anticipo in modo da riuscire a comprendere meglio quali furono le dinamiche dell'operazione. Noi abbiamo preferito tralasciare i musei e dedicare i due giorni trascorsi a Caen alla visita delle spiagge principali e dei cimiteri che si trovano ininterrottamente lungo il cammino. Inutile dire che si tratta di un'esperienza molto toccante. Tra tutti i cimiteri militari il più conosciuto e visitato è quello americano, che si trova a Colleville-sur-Mer: una distesa di croci bianche su di un tappeto verde che si affaccia sul mare. Purtroppo si tratta solo di uno dei tanti che incontrerete percorrendo le strade che collegano i punti chiave dell'operazione. Il più impressionante è secondo me quello tedesco di La Cambe, dove riposano circa 20000 soldati su di un prato coperto di lapidi scure intervallate da gruppi di cinque croci. I principali cimiteri inglese e canadese presentano invece le stesse caratteristiche: le lapidi sono decorate da piccole aiuole con mazzi di fiori di diversi tipi e riportano una frase scritta dai cari dei soldati caduti. Confesso che è veramente difficile non commuoversi pensando alle storie di tutti questi giovani che non hanno mai fatto ritorno a casa, ai loro genitori, alle loro mogli ed ai loro figli. Mi ha particolarmente colpito vedere che vicino a molte tombe piccoli mazzi di fiori, lasciati da chi ha percorso migliaia di chilometri per ricordare il nonno che non ha mai conosciuto, o addirittura una lettera, che una signora ha lasciato pochi giorni prima del mio passaggio a quei due giovani che vivono ancora nei ricordi di una donna che ancora bambina li vide partire da un piccolo paese del Canada per non farvi più ritorno.

Tra i punti strategici dello sbarco uno dei più importanti è la Pointe du Hoc, una punta che si affaccia sul mare tra Utah Beach e Omaha Beach dall'alto di una scogliera dove le batterie tedesche, che rappresentavano una seria minaccia per l'approdo delle truppe alleate, vennero pesantemente bombardate nella notte precedente lo sbarco. Camminando tra i resti delle batterie vi renderete conto ben presto che le profonde buche disseminate ovunque non sono frutto della natura ma tracce indelebili della pioggia di esplosivo lasciato cadere dai bombardieri. E' piuttosto comune trovare nei libri che raccontano questo episodio l'accostamento tra la vista aerea attuale e quella durante il bombardamento, con l'intera punta ricoperta dalle nuvole di polvere lasciate dagli ordigni.

Un altro luogo suggestivo è la spiaggia di Arromanches, paese che si trova nel mezzo di Gold Beach, la zona destinata allo sbarco delle truppe inglesi. Dalla spiaggia si vedono in lontananza i resti dei ponti artificiali serviti per consentire lo sbarco dei mezzi militari: una striscia di elementi metallici, ciascuno dei quali potrebbero essere lungo ad occhio una ventina di metri, che rende il panorama inconfondibile. Altri mezzi sono ancora abbandonati nel bel mezzo della spiaggia, parzialmente colorati da uno strato di alghe che con il passare del tempo ed il susseguirsi delle maree ne hanno progressivamente ricoperto la superficie, e sistematicamente circondati da turisti che si avvicinano per scattare qualche foto o da villeggianti ai cui occhi sono ormai divenuti parte integrante della spiaggia, e pertanto invisibili.

Dopo aver visitato questa zona della Normandia ho l'impressione che il turismo meno consapevole stia progressivamente offuscando il ricordo di un momento così tragico della storia. In molti si aggirano tra i resti bellici per pura curiosità, senza farsi troppe domande su quello che accadde durante quei giorni. Ancor peggio è vedere persone che si scattano foto mentre sorridono accanto ad un cannone o mentre sono circondati da file interminabili di croci bianche, senza riflettere sulle brevi vite di chi ha combattuto, per una causa giusta o sbagliata, e trovato la morte su una desolata distesa di sabbia. Si potrebbe e dovrebbe fare molto di più per fare in modo che questi luoghi mantengano una chiara traccia della storia che li ha distinti e che i turisti li trattino con il rispetto dovuto piuttosto che come un parco di divertimenti. Fortunatamente, tra una schiera di turisti inebetiti armati di cellulare c'è qualche persona che cammina silenziosamente, si ferma discretamente per pochi minuti, lascia un fiore, magari una lettera...

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Caen e dintorni

L'operazione Overlord è solo uno dei motivi per visitare questa regione. La costa, che è spesso a picco sul mare, regala dei bellissimi panorami sul mare che possono dare idee interessanti a qualunque fotografo. Per averne un'idea guardate la famosissima foto dell'auto affacciata sul mare scattata da Gianni Berengo Gardin. Da Caen alla penisola del Cotentin sono molte le tappe che si potrebbero fare, a partire dalla stessa Caen, cittadina che non ho visto molto bene, ma che conserva un bel castello fatto costruire da Guglielmo il Conquistatore, duca di Normandia. Un'altra tappa interessante è Bayeux, paese abbastanza turistico ma carino, che conserva tra l'altro un arazzo lungo quasi settanta metri che racconta la storia della conquista dell'Inghilterra da parte dei Normanni. Non si tratta certamente delle uniche soste consigliate e secondo il tempo che avete a disposizione vi consiglio di curiosare un po' nei dintorni.

Non avrà niente a che fare con la fotografia, ma da queste parti si consuma sidro in quantità. Il sidro è una bevanda poco alcolica ottenuta dalla fermentazione di particolari varietà di mele. Sempre dalle mele, con un trattamento ben più lungo, si ottiene anche il famoso Calvados, liquore molto alcolico che prende il nome da questa regione. Lungo le strade noterete un po' dappertutto le indicazioni di numerose ferme dove si producono tutti i derivati della coltivazione delle mele, dal semplice succo, al sidro, al Calvados. Molte fattorie organizzano visite guidate (generalmente in francese) in cui illustrano i procedimenti per la coltivazione delle mele ed il loro trattamento fino all'ottenimento del prodotto finale, che ovviamente potrete anche acquistare direttamente sul posto. Noi abbiamo visitato Les vergers de Ducy.

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Mont Saint-Michel

Procedendo verso ovest si incontra la penisola del Cotentin, che però siamo stati costretti a saltare. Da quanto ho letto è una zona molto selvaggia con panorami suggestivi. Il nostro obiettivo tuttavia era ormai Mont Saint-Michel, che abbiamo raggiunto solo dopo una breve sosta a Granville, località sulla costa ovest della penisola che ospita la casa d'infanzia di Christian Dior, oggi divenuta un museo dedicato al famoso stilista. L'abitazione è situata lungo una scogliera e gode di una bella vista sul mare, che potrete ammirare dal giardino curatissimo e colorato da svariate specie di fiori. La casa è raggiungibile in pochi minuti percorrendo un sentiero che segue la costa. Granville è anche uno dei porti da cui partono le navi che collegano la terraferma alle isole normanne di Jersey e Guernesey.

Lasciando il paese si può decidere di prendere la strada direttissima che passa per Avranches o proseguire costeggiando il mare, attraversando le piccole frazioni che si affacciano sulla baia di Mont Saint-Michel, che da queste parti viene chiamata semplicemente la Baie. Il consiglio non può che essere quello di stare lontani dalle strade dirette e monotone e preferire quelle un po' tortuose ma decisamente più interessanti. I panorami che si possono vedere la sera mentre il sole si abbassa sul mare sono mozzafiato e lungo la strada, osservando bene, inizierete a vedere l'inconfondibile sagoma di Mont Saint-Michel. Da alcuni dei paesi che incontrerete partono le passeggiate che ripercorrono il tragitto di chi vi si recava in pellegrinaggio, sfidando le maree e le sabbie mobili.

Mont Saint-Michel, o come viene comunemente chiamato, le Mont, è un piccolo agglomerato di edifici che si sviluppa attorno all'abbazia benedettina che si erge in cima ad un piccolo isolotto, del quale sembra il naturale prolungamento verso il cielo. L'isolotto costituiva un sicuro riparo dal susseguirsi delle maree che periodicamente allagano la baia che circonda il Monte. Mont Saint-Michel divenne in breve tempo una meta molto frequentata, al punto da forzare un continuo ampliamento degli spazi a disposizione, che non potendo svilupparsi sulla superficie del mare portarono alla realizzazione di più livelli all'interno del santuario. Se la sua sagoma è diventata un simbolo non è possibile parlare di Mont Saint-Michel senza associarlo alla baia che lo circonda e non a caso sono stati nominati entrambi patrimonio mondiale dell'umanità dall'UNESCO.

L'isolotto si trova alla base di una baia dove hanno luogo le maree più imponenti d'Europa. Periodicamente l'acqua si spinge all'interno della baia fino ad impedire l'accesso via terra al Monte, per poi ritirarsi e scoprire una distesa deserta che si estende per chilometri. Il naturale ritmo delle maree modifica in continuazione la conformazione del terreno e negli anni lascia una quantità di detriti che sono destinati a far vincere la terra sul mare. Tutto questo avviene per un processo naturale che l'uomo, per motivi che poco hanno a che fare con la natura, sta cercando quantomeno di rallentare. Il modo migliore per comprendere l'importanza di questo ambiente consiste nel fare una visita guidata nella baia. Molte sono le guide che conducono i turisti alla scoperta delle caratteristiche di questo ambiente, apparentemente semplice ma in realtà molto complesso, con le sue dinamiche, la sua conformazione, la sua flora e la sua fauna. Osservando la baia durante la bassa marea sembra impossibile credere che avventurarsi senza una persona esperta possa essere molto pericoloso, ma è necessaria una buona conoscenza del territorio per evitare di trovarsi travolti dalla marea o restare intrappolati nelle sabbie mobili (che non esistono solo nei cartoni animati...). A differenza di quanto si potrebbe credere le maree procedono con un andamento regolare, quindi l'effetto è quello di un progressivo allagamento, che avanza però con una velocità che può andare da un paio di chilometri all'ora, al passo di una lenta camminata, a più di 10km/h, che significa correre ad una discreta velocità. In passato l'imprudenza ha avuto anche esiti tragici, quindi affidatevi ad una guida se volete esplorare la baia in totale sicurezza. Diverse sono le guide a disposizione. Noi ci siamo affidati a Romain Pilon, che ha dimostrato di essere un vero amante della baia oltre che un suo profondo conoscitore. Le passeggiate, di tutti i tipi e per tutti i livelli, variano in funzione delle maree e vanno da quelle più corte attorno al monte, alle traversate che partono dalla costa ad est, alle camminate in notturna. Tutte rigorosamente a piedi nudi. Partecipando ad una passeggiata noterete curiosamente la presenza di turisti provenienti da tutto il mondo, ma molto probabilmente non dal Giappone. I giapponesi infatti, pur giungendo numerosi a Mont Saint-Michel, difficilmente si spingono all'interno della baia in quanto scoprire i piedi è per loro un gesto molto intimo.

Veniamo ora all'aspetto puramente fotografico. Mont Saint-Michel offre dei panorami molto suggestivi, ma proprio per questo motivo è meta di un turismo massiccio e pressoché in ininterrotto. Se volete passeggiare per i vicoli in relativa solitudine dovete attendere la sera dopo cena, quando la maggior parte dei turisti inizia a rientrare, o probabilmente la mattina presto (questo non l'ho verificato). Le strutture che si trovano sull'isolotto sono poche e molto costose, ma se ve le potete permettere allora potreste approfittarne per vedere l'arrivo della marea, a patto di scegliere accuratamente le date del vostro soggiorno. Una delle tappe obbligate per un fotografo è una passeggiata nella baia, dove potrete ammirare il paesaggio deserto durante la bassa marea e l'avanzamento del mare al suo montare. Da non perdere anche la vista del Monte dalla diga al tramonto, dove il periodo dell'anno, la luce e le condizioni climatiche offrono una combinazione infinita di paesaggi.

Qualche parola a parte la merita l'abbazia costruita sulla cima del Monte. Immagino che durante il giorno sia invasa dai turisti, ma se ne avete l'occasione visitatela in serata, quando è molto più tranquilla, avrete modo di osservarla e godervela con più calma. L'edificio è in realtà una successione di costruzioni realizzate in perdiodi differenti, per aumentare la capacità di accoglienza all'aumentare del numero di pellegrini che si recavano al Monte. Per questo motivo attraversando le diverse stanze disposte su diversi livelli vi perderete in un labirinto di locali con caratteristiche differenti. Durante la nostra visita in serata le luci erano state appositamente abbassate ed alcuni ambienti erano stati abilmente illuminati per creare un'atmosfera molto piacevole, completata dalla presenza di musicisti che con violino, arpa e flauto eseguivano pezzi di musica classica.

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I dintorni di Mont Saint-Michel

L'unicità di Mont Saint-Michel attira in continuazione una miriade di turisti ma non è l'unica meta interessante dei dintorni. A partire dagli scorci di alcuni paesi è possibile trovare molti spunti fotografici, come per esempio il mulino a vento di Moidrey. Inoltre siamo al confine tra Normandia e Bretagna e le case a graticcio lasciano progressivamente spazio a quelle in pietra che contraddistinguono la regione bretone. A poco più di una trentina di minuti da Mont Saint-Michel potete (e dovete) visitare la cittadina di Saint-Malo. Il suo centro storico, Intra Muros, può essere raggiunto attraverso un ponte o costeggiando la spiaggia ed è uno dei più visitati di tutta la Francia. E' circondato da alte mura dalle quali si vede un bellissimo panorama sul mare, sui fari che segnalano gli isolotti circostanti e sul forte a pochi metri dalla spiaggia. Anche qui le maree sono protagoniste e sommergono periodicamente buona parte della spiaggia. Per farvi un'idea di quanto le acque si possano alzare, se c'è la basa marea, date un'occhiata agli alti pali che sono piantati nella sabbia e confrontate il livello con quello che si vede in numerose foto che si trovano in giro per la città e che ritraggono il lungomare spazzato da onde imponenti.

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I castelli della Loira

Quando ahimè è giunto il momento di lasciare Normandia e Bretagna la strada per fare ritorno in Italia era ancora molto lunga, quindi perché non fare una tappa intermedia dalle parti dei castelli della Loira? L'ideale sarebbe dedicare loro molto più tempo, ma visto che si trovano più o meno sulla strada non c'era motivo di evitarli. Per avere informazioni dettagliate potete cercare direttamente su internet (per esempio sul sito ufficiale francese), ma noi abbiamo scelto di fare una breve sosta a Tours (solo una notte) per avere modo di vedere il castello di Villandry, forse non molto famoso ma decisamente bello, ed i famosi castelli di Azay Le Rideau e Chenonceaux. Tralascio questi ultimi, che non hanno bisogno di presentazioni, per dedicare qualche parola al castello di Villandry. Non ho visto il suo interno, ma lo abbiamo scelto per un semplice motivo: il suo magnifico giardino, che si sviluppa su di una superficie molto estesa. E' curato alla perfezione e si sviluppa su tre livelli, ognuno dei quali è contraddistinto da una funzione ben precisa. Il livello più alto è caratterizzato dalle fontane che gli donano un tono tranquillo e lo rendono ideale per fermarsi a leggere un libro sotto ad un albero. Il secondo livello è quello dei giardini ornamentali e contiene una parte dedicata al tema dell'amore, con aiuole accuratamente tagliate a rappresentarlo nelle sue forme. Il livello più basso, infine, è ricoperto da piante di frutta e verdura. Per chi ama gli spazi verdi, ordinati e geometrici si tratta di una tappa da non mancare.

In quanto a spettacolarità non fa eccezione Chenonceaux, che oltre ad essere immerso in un'immensa tenuta verde è costruito in modo da formare un ponte sul fiume Cher. Come per molti altri castelli è possibile visitare anche il suo interno, dove sono custoditi letti, poltrone ed oggetti vari appartenuti ai nobili che li hanno abitati.

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Conclusioni e suggerimenti

Di cose da dire ce ne sarebbero davvero tantissime. La Normandia rappresenta un territorio molto esteso e rileggendo i nomi dei posti che ho visitato ne trovo altrettanti che avrei voluto vedere. Dal punto di vista della natura i panorami sono bellissimi e, come ho letto sul sito di un fotografo che ne parlava, è impossibile tornare senza delle belle fotografie. Le falesie sono uno dei tratti distintivi della Normandia ed il continuo cambiamento del tempo con l'alternarsi di nuvole e sole fanno sì che i panorami acquisiscano sfaccettature diverse da un momento all'altro.

Data la sua estensione e la quantità di luoghi interessanti una buona guida è d'obbligo. Personalmente mi piacciono molto quelle del National Geographic, sia per le fotografie che mostrano in modo molto efficace cosa c'è da vedere che per le descrizioni, comunque complete ed accurate, e talvolta integrate dalla proposta di diversi itinerari. Il problema è che, inspiegabilmente, non esiste una guida della Normandia targata National Geographic. Ad ogni modo, che usiate una guida o direttamente internet non c'è problema, l'importante è non farsi cogliere impreparati: dietro l'angolo si potrebbe nascondere un panorama fantastico e sarebbe un peccato perderlo.

La Normandia è ricca di bei panorami. Per questo motivo vi consiglio di dedicare qualche giorno ai posti più belli, come per esempio Etretat e Mont Saint-Michel, in modo da poterli vedere in diverse condizioni di luce, dall'alba al tramonto. Poiché il clima è molto variabile la luce può cambiare rapidamente e modificare da un momento all'altro il paesaggio, ma non crediate che questo sia uno svantaggio: se da un lato potreste "perdere" una bella foto dall'altro avrete sicuramente a disposizione un'altra occasione, magari con una luce diversa, con il sole o con le nuvole o con la pioggia, ma comunque avrete un bel panorama da fotografare.

Se avete domande o commenti potete usare la sezione qui sotto o scrivermi via email.

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FAQ

Qual è il periodo migliore per visitare la Normandia?

Il turismo rappresenta una buona fetta dell'economia normanna, o almeno di quella delle località più famose. Credo che di turisti se ne trovino tutto l'anno, ma il periodo di maggiore affluenza va da luglio ad agosto e coincide con il picco minimo di precipitazioni, nonostante tutto abbastanza frequenti anche d'estate. Se tralasciamo Mont Saint-Michel ed i Castelli della Loira la quantità di turisti è comunque accettabile anche in alta stagione.

Quali sono le tappe da non perdere in un viaggio in Normandia?

Ovviamente non posso che consigliarvi i posti che ho visitato. Ad ogni modo credo che non vadano assolutamente persi Etretat, la zona dello sbarco e Mont Saint-Michel. Molto bella è anche Saint-Malo, che però si trova già in Bretagna.

Come organizzare un viaggio in Normandia?

La Normandia è raggiungibile in un tempo ragionevole da Parigi, dove potete arrivare in aereo o in treno per poi noleggiare un'auto. Secondo me il noleggio è piuttosto costoso, tant'è che noi abbiamo deciso di partire da Milano direttamente in auto. Il giro che ho descritto ha richiesto circa 3200km. Per quanto riguarda i pernottamenti sono numerosissime le chambre d'hote. In molti preferiscono non prenotare, in modo da decidere al momento se restare una notte in più in un certo posto. Personalmente credo che sia meglio prenotare in strutture che consentono la cancellazione fino a pochi giorni prima o al giorno stesso (impossibile una volta, normalissimo ai tempi di internet), in modo da mantenere l'elasticità ed evitare al tempo stesso di perdere tempo girando in cerca di un posto per la notte, rischiando magari di dover dormire in macchina. Tutto dipende molto anche dalla stagione, a voi la scelta.

Qual è il momento migliore per visitare Mont Saint-Michel?

Tenete presente che state parlando di una delle mete più visitate in tutta Europa. I turisti arrivano da ogni parte del mondo per ammirare lo spettacolo dato dalla combinazione tra l'opera dell'uomo e la creazione della natura. Innanzitutto informatevi sulle maree poichè la loro portata può essere un elemento per scegliere in base alle vostre esigenze i giorni migliori. Inoltre cercate di evitare il pieno giorno dato che la lingua di terra che collega la terraferma al Monte sarà molto (troppo) frequentata ed i vicoli saranno letteralmente invasi dai turisti. Scegliete la mattina presto o la sera dopo cena per avere modo di osservare bene senza il caos che regna durante il resto della giornata.

Qual è il modo migliore per visitare Mont Saint-Michel?

Le automobili non possono entrare all'interno delle mura. Esiste un piccolo parcheggio appena fuori dall'ingresso ma credo che sia riservato a chi dorme nelle poche (e costose) strutture che ci sono all'interno e mi risulta che venga sommerso dalle maree più importanti. All'inizio della strada che collega Mont Saint-Michel alla terraferma, oltre ad un viale con una sfilza di (tristissimi) ristoranti ed hotel, esiste un enorme parcheggio dove con tariffe piuttosto alte è possibile parcheggiare la propria auto. Da qui partono a ritmo serrato e fino a tardi delle navette che portano gratuitamente fino all'ingresso del Monte. Se avete intenzione di fotografare il Monte al tramonto ricordate che la sera (mi pare dopo le 19:00) il parcheggio è gratuito. Se poi non volete prendere la navetta potete camminare sulla tranquilla via parallela a quella dove passano gli autobus e dirigervi poi verso la diga, all'inizio della strada che conduce ai piedi delle mura. Si tratta più o meno di 1km di strada, che è possibile percorre anche a piedi.

- 22 Set 2013 -



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