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Scattare paesaggi

In questo articolo trovate un po' di consigli, sia tecnici che pratici, per scattare foto di paesaggi. Per le abbreviazioni utilizzate vi rimando al glossario.


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Attrezzatura

Per fotografare paesaggi non sono necessari corpi macchina o lenti specifiche. Le lunghezze focali possono variare molto, a partire da pochi mm fino a focali lunghe, anche se queste ultime sono meno utilizzate: se siete così lontani dal soggetto che volete fotografare forse avete scelto il posto sbagliato... :-). Riguardando le mie foto ho visto che difficilmente mi avvicino a focali da 100mm (che corrispondo a 150mm su FF). Per quanto riguarda le focali corte, invece, è bene avere a disposizione un grandangolo e da questo punto di vista, a pari lunghezza focale, una fotocamera FF offre angoli di visuale più ampi rispetto al formato APS-C.

Per fare un esempio io uso la mia Nikon D5000 con il Nikkor AF-S DX 18-105mm f/3.5-5.6G ED VR ed il Sigma 10-20mm f/4-5.6 EX DC HSM. Questi due obiettivi mi permettono quindi di coprire l'intervallo da 10mm a 105mm, che a mio parere è più che sufficiente per questo tipo di fotografia. Se proprio volete spingervi più in basso allora potete arrivare a 8mm, ma vi assicuro che 10mm è già una focale di tutto rispetto per un grandangolo.

Qualunque sia il vostro corredo vi consiglio di non lasciare focali scoperte. Se poi amate le focali fisse allora potete usare anche quelle, ma uno zoom è decisamente più versatile.

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Impostazioni

Vediamo come scegliere le impostazioni della nostra fotocamera.

Priorità

La maggior parte delle foto di paesaggio sono fatte a soggetti static. Pertanto conviene utilizzare la priorità all'apertura , in modo da selezionare il diaframma che si ritiene maggiormente indicato al fine di garantire la profindità di campo e la nitidezza desiderate. Per avere una buona profondità di campo tipicamente si usano diaframmi chiusi, tra f/8 ed f/11 su formato APS-C, che a parità di composizione corrispondono a valori tra f/8 ed f/16 su FF. Esistono tuttavia dei casi in cui conviene dare la priorità all'otturatore , per esempio in condizioni in cui si vuole mettere in risalto l'effetto del movimento, ma di questo parleremo più avanti.

Bilanciamento del bianco

Una delle prime cose da fare è impostare il bilanciamento del bianco. Nel caso scattiate in RAW avrete sempre la possibilità di modificarlo in post produzione, ma trattandosi di fotografia di paesaggio dovreste avere tutto il tempo per scegliere subito l'impostazione migliore. Generalmente la scelta è tra Sole diretto (5200K), Nuvoloso (6000K) o Ombra (8000K). Queste opzioni non permettono tuttavia di coprire tutte le sfumature che possono presentare condizioni di luce diverse. Anche se non lo usate l'impostazione Flash corrisponde ad una temperatura di colore leggermente maggiore rispetto a Sole diretto (5400K contro 5200K). I valori indicati tra parentesi si riferiscono alla mia Nikon D5000 e potrebbero essere leggermente diversi sulla vostra fotocamera.

Le fotocamere di fascia medio-alta consentono di impostare direttamente la temperatura di colore, in modo da regolare in modo preciso il bilanciamento del bianco. Un'altra alternativa consiste nell'utilizzare l'impostazione di calibrazione, attraverso la quale è possibile scattare una foto ad un cartoncino grigio standard, o più semplicemente ad una superficie grigia o bianca (il cartoncino è un po' costoso...), indicando alla fotocamera che si tratta del suo riferimento. Questa opzione, spesso dimenticata, è presente anche su molto fotocamere compatte. Lo svantaggio è che serve fotografare il cartoncino sotto la stessa luce della vostra fotografia, cosa non sempre fattibile se fotografate un paesaggio. Se invece non avete a disposizione questa opzione o semplicemente non volete perderci troppo tempo allora potete sempre impostare il bilanciamento del bianco su Auto .

Esposizione

In questo caso l'impostazione più utilizzata è senza dubbio la Matrix . Nel caso sia necessario fare delle correzioni è infatti sempre possibile agire sulla compensazione dell'esposizione.

Messa a fuoco

Poiché il soggetto non scappa :-) vi consiglio di utilizzare la modalità AF-Singolo , cercando un punto con un buon contrasto e tenendo a mente che il punto centrale è spesso (almeno sulle fotocamere consumer) l'unico "a croce", ovvero in grado di rilevare il contrasto sia in orizzontale che in verticale; gli altri punti sono generalmente rappresentati in modo da rendere comprensibile la direzione lungo la quale sono sensibili a variazioni di contrasto.

Come modalità area AF, per lo stesso motivo indicato sopra, potete selezionare AF-Singolo .

Altre impostazioni

Tra le altre impostazioni ce ne sono diverse che possono tornare utili. Se vi trovate a scattare una foto ad un paesaggio molto contrastato la vostra fotocamera potrebbe non riuscire a coprire tutta la gamma di tonalità, da quella più chiara a quella più scura. Capita spesso di notare un bel paesaggio in una bella giornata soleggiata, con luci ed ombre che i nostri occhi ci permettono di apprezzare. A questo punto scattiamo la nostra foto, che però, una volta scaricata e visualizzata sul nostro monitor, ci lascia delusi ed insoddisfatti. Non c'è tuttavia da meravigliarsi, infatti il sensore di una reflex arriva circa a 7 stop di range dinamico (le migliori dovrebbero aggirarsi attorno ai 9 stop), mentre ho letto da qualche parte che l'occhio umano arriva a 21 stop. E' ovvio quindi che tutta la gamma di tonalità che abbiamo visto il sensore della nostra fotocamera se la sogna, bruciando le alte luci e rendendo nere le ombre. Le pellicole si comportano leggermente meglio, ma sono comunque lontane dal risultato di millenni di evoluzione...

La fotografia digitale, tuttavia, ci viene in soccorso attraverso la fotografia HDR. Praticamente tutte le fotocamere reflex ed ormai anche diverse compatte consentono di scattare diverse fotografie modificando l'esposizione tra scatti successivi. Le fotocamere di fascia medio-alta consentono di selezionare il numero di scatti e la loro differenza in termini di stop. Questa funzione è chiamata Bracketing di esposizione . Scattando foto in successione avrete nel complesso un insieme di foto che sono in grado di coprire un intervallo molto più ampio rispetto a quello di una singola posa. Sovrapponendo gli scatti in post-produzione (esistono diversi programmi che fanno questa operazione, ma il migliore è sicuramente Photomatix Pro) potrete ottenere un risulato molto più vicino a quanto avete visto con i vostri occhi.

Sopra potete vedere un esempio in cui utilizzando più di una posa (tre in questo caso) è stato possibile evitare di bruciare completamente le alte luci dovute ai raggi che filtrano tra le nuvole.

Nel caso vogliate utilizzare il Bracketing di esposizione un cavalletto rappresenta senza dubbio lo strumento migliore, ma non l'unico. In sua assenza un metodo che uso frequentemente sulla mia D5000 consiste nell'abilitare lo scatto continuo, in modo da catturare le pose in rapida successione e quindi con spostamenti minimi tra una posa e l'altra, nonostante lo scatto a mano libera. Questo metodo, unito alle ottime capacità di allineamento offerte dai software, permettono di raggiungere risultati che non hanno nulla da invidiare a quelli che si possono ottenere con un cavalletto.

Un'alternativa più semplice al Bracketing di esposizione è il D-Lighting . Questa funzione utilizza i dati contenuti in una sola fotografia per portare alla luce le ombre che risultano particolarmente buie. Aprendo un file NEF con Capture-NX noterete che il software permette di modificare l'esposizione fino a 2 stop in più o in meno. L'immagine RAW contiene infatti più informazioni di quelle di un file compresso. Con la funzione D-Lighting la fotocamera analizza la fotografia prima di convertirla (eventualmente) in JPG ed aumenta la luminosità delle zone a suo giudizio troppo buie. Sebbene sia possibile rendere l'intervento più o meno invasivo, è comunque la fotocamera che decide quali zone schiarire, e non è detto che questo corrisponda a ciò che desiderate. Inoltre, aumentando la luminosità delle zone buie aumenta inevitabilmente anche il rumore, pertanto è consigliabile ridurre al minimo l'intervento del D-Lighting , o disabilitarlo del tutto per fare eventuali modifiche in post-produzione.

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Accessori

Se le condizioni di luce sono buone non avrete bisogno di altro che della vostra fotocamera e dell'obiettivo che ritenete più indicato. Questo generalmente succede nella maggior parte dei casi. Se invece la luce non è sufficiente, per esempio negli scatti in notturna, allora potete risolvere i vostri problemi con un cavalletto, che vi consentirà di allungare in tutta sicurezza i tempi di posa. In tal caso vi consiglio vivamente di utilizzare anche lo scatto ritardato o, meglio ancora, lo scatto remoto attraverso telecomando. Se state usando un obiettivo stabilizzato è importante ricordare di disattivare la stabilizzazione dell'immagine (vi siete mai chiesti perché esiste un interruttore?). Questo è necessario perché le sollecitazioni a cui è sottoposta una fotocamera su un cavalletto sono diverse da quelle che si hanno scattando a mano libera, e pertanto con lo stabilizzatore attivo le correzioni potrebbero portare più danni che benefici.

Cavalletto e scatto remoto possono essere utili anche in condizioni di luce normali per ridurre il micromosso e sono spesso utilizzati dai fotografi professionisti. Un'altra funzione che consente di ridurre le vibrazioni è il sollevamento anticipato dello specchio, generalmente indicato con il nome Esposizione posticipata o Mirror-Up (la differenza è che nel primo caso lo specchio si alza circa 1 secondo prima dell'esposizione, mentre nel secondo caso lo specchio resta sempre sollevato). Normalmente, quando si preme il pulsante di scatto lo specchio viene sollevato, l'otturatore aperto per il tempo di posa ed infine lo specchio viene riabbassato. Tutte queste operazioni vengono normalmente eseguite in rapida successione. La conseguenza è che quando l'otturatore viene aperto le vibrazioni prodotte dal sollevamento dello specchio non si sono ancora smorzate del tutto. La funzione Mirror-Up permette invece di mantenere lo specchio sollevato o comunque di sollevarlo con largo anticipo rispetto all'istante di apertura dell'otturatore (Esposizione posticipata), eliminando così il micromosso. Va ricordato che questa funzione è utile soprattutto su fotocamere full-frame, dove le vibrazioni prodotte dallo specchio sono maggiori a causa delle sue dimensioni. Su fotocamere APS-C francamente non credo che la differenza con/senza Esposizione posticipata o Mirror-Up sia apprezzabile.

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Composizione

Un paesaggio presenta un grande vantaggio rispetto ad altri tipi di soggetti: la staticità. Un paesaggio resta lì, fermo, in attesa di essere fotografato, ma questa operazione non è in realtà così facile. Se da un lato abbiamo l'opportunità di pensare bene a ciò che vogliamo fotografare, dall'altro ci sono delle scelte che si possono rivelare determinanti e che non è affatto semplice fare. Innanzi tutto dobbiamo decidere il punto di vista giusto e la focale da utilizzare. Questi due fattori sono strettamente collegati tra loro ed uno influenza direttamente l'altro. Una lente zoom permette di modificare rapidamente l'angolo di visuale e scoprire prospettive che difficilmente potremmo immaginare senza l'ausilio di un obiettivo. Questo è vero in particolar modo se abbiamo a disposizione una lente grandangolare: guardando attraverso il mirino è possibile scoprire un mondo diverso, dove sono concentrati elementi che ci circondano ma che possiamo vedere solo muovendo la testa. L'effetto è tanto più accentuato quanto minore è la focale dell'obiettivo. Un grandangolo può essere utilizzato anche per isolare un soggetto rispetto ad un immenso panorama, come nell'esempio qui sopra.

Se un paesaggio, invece, ci appare semplicemente bello così come lo vediamo allora non resta che cercare un buon punto di vista ed usare una lunghezza focale simile a quella dei nostri occhi, ovvero 35mm su formato APS-C o 50mm su FF.

Nonostante la staticità dei paesaggi talvolta è possibile sfruttare il movimento che li caratterizza, per esempio concentrandosi su un ruscello dove l'acqua scorre rapidamente. Si tratta di uno dei casi in cui conviene assegnare la priorità all'otturatore, in modo da allungare il più possibile il tempo di posa. Se la velocità dell'acqua è alta non vi serve neanche un cavalletto (la foto sopra è stata fatta a mano libera), anche se il suo utilizzo è ovviamente consigliato. Per allungare il più possibile il tempo di posa conviene inoltre ridurre al minimo gli ISO.

Volendo scattare una foto di questo tipo in condizioni di luce abbondante, tuttavia, vi accorgerete che anche riducendo gli ISO e chiudendo il diaframma il tempo di posa potrebbe essere troppo breve per ottenere l'effetto desiderato. Ricordate inoltre che chiudendo troppo il diaframma la diffrazione inizia a far perdere nitidezza alle vostre foto. In questi casi ci vengono in aiuto i filtri, in particolare quelli denominati neutral density. Si tratta di filtri che riducono la luminosità, allungando pertanto i tempi di posa. Ne esistono di diversi tipi, tipicamente da 1, 2 o 3 stop, ma ci sono anche alternative estreme, da 9 o 10 stop.

I filtri possono essere utili anche ad altri fini, come quello di eliminare i riflessi, con il risultato di restituire immagini con colori più saturi. Questo effetto può essere ottenuto con un filtro polarizzatore (ricordatevi di non usare un polarizzatore lineare ma uno circolare, per non mettere in crisi l'esposimetro della vostra fotcamera digitale), con il quale è possibile mettere in evidenza le nuvole bianche sullo sfondo blu del cielo o svelare il colore intenso o il fondo di uno specchio d'acqua. Come tutti i filtri anche un polarizzatore comporta una leggera perdita di luminosità (tipicamente circa 1 stop), che però può tornare utile per esempio nel caso dell'acqua in movimento.

Un altro aspetto compositivo dei paesaggi consiste nello scatto di foto panoramiche. In questo caso è praticamente indispensabile l'uso del cavalletto e di una testa dotata di movimenti indipendenti sui tre assi. E' raccomandato anche l'uso di una bolla a 3 assi (sui più comuni siti di e-commerce si trovano a pochi euro bolle montabili sulla slitta del flash) per posizionare correttamente la fotocamera. Assicuratevi di disabilitare la stabilitzzazione dell'immagine, ricordatevi di bloccare l'esposizione (l'ideale è usare l'esposizione manuale dopo aver analizzato l'intero campo da fotografare) e scattate con fotocamera posizionata in verticale (in modo da ottenere un formato meno sbilanciato, soprattutto se l'angolo totale coperto è molto ampio) assicurandovi di avere una sufficiente sovrapposizione tra scatti successivi per agevolare il lavoro del software in fase di allineamento.

Un altro modo per sfruttare allo stesso tempo la staticità e la dinamicità di un paesaggio consiste nell'accostare fotografie scattate nella stessa posizione ma in istanti diversi, in modo che ci siano dei cambiamenti (luce, elementi della composizione o loro posizione, altro) tra scatti successivi. Questa tecnica è detta time-lapse.

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Consigli pratici

Come già detto, un grosso vantaggio della fotografia di paesaggio è dato, almeno nella maggior parte dei casi, dall'immobilità del soggetto. Questo fattore è di grande aiuto in quanto ci concede il tempo sufficiente a preparare al meglio una fotografia. Tuttavia ci sono elementi, per esempio le condizioni atmosferiche o le condizioni di luce, che possono rendere sfuggente un paesaggio meraviglioso. La foto sopra, per esempio, è stata scattata nel momento in cui la luce del sole ha illuminato alberi ed abitazioni, mentre le montagne innevate sono spuntate dalle nuvole per un breve intervallo di tempo. Un paio di minuti più tardi il paesaggio è cambiato completamente e questa foto non sarebbe stata possibile.

Anche se a volte determinate situazioni che ci sono scappate possono ripresentarsi, spesso il problema è il tempo necessario affinché si ripetano. Nella migliore delle ipotesi il ciclo si ripete con cadenza giornaliera, ma non sempre è così. Basti pensare alla luce di un tramonto, che si ripete a distanza di 24 ore, ad una notte di luna nuova, che richiede un mese, o una nevicata eccezionale, che potrebbe richiedere anche diversi anni.

Per questo motivo il primo consiglio è quello di osservare bene i paesaggi che volete fotografare in tutte le condizioni di luce, dalla mattina alla sera. Come sapete, infatti, le prime e le ultime ore della giorno sono quelle che offrono una luce più diffusa e quindi migliore per ottenere una bella foto. Inoltre cercate di osservare il vostro paesaggio da diversi punti di vista. In questo modo potrete individuare le condizioni migliori per scattare le vostre foto, facendovi trovare nel posto giusto al momento giusto.

Oltre ad osservare quello che vi circonda il passo successivo consiste nell'anticipare quello che potrà accadere. Se notate un soggetto potenzialmente interessante chiedetevi se e quando potrebbe trovarsi nelle condizioni ottimali, in modo da farvi trovare ancora una volta pronti a scattare.

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Riepilogo

Attrezzatura:


Impostazioni consigliate:

Priorità

Apertura o otturatore

Bilanciamento del bianco

Secondo le condizioni di luce

Esposizione

Matrix

Messa a fuoco

AF-Singolo

Area messa a fuoco

AF-Singolo

Altre impostazioni

Bracketing di esposizione
D-Lighting
Esposizione posticipata o Mirror-Up


Accessori utili:


Composizione:


Consigli utili:


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Conclusioni

Come avete potuto vedere gli spunti per la fotografia di paesaggio sono numerosi. Sostanzialmente si tratta di osservare bene ciò che vi circonda e di pensare al miglior punto di vista ed alle migliori condizioni per fotografarlo. Spesso il modo migliore per osservare consiste nel farlo direttamente attraverso l'obiettivo della nostra fotocamera. Le impostazioni utilizzate tipicamente sono semplici, quindi potete concentrarvi sulla composizione e sulle numerose opportunità creative che avete a disposizione.

Se avete delle domande potete usare la sezione commenti qui sotto o scrivermi.

- 27 Gen 2013 -



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