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La soleggiata Irlanda

Informazioni

Luogo: Irlanda
Periodo: 28 Mag 2016 -> 06 Giu 2016
Caratteristiche: paesaggi, natura, mare, street, architettura
Consigli: da non perdere i Cliffs of Moher, il Connemara Park e la Old Library di Dublino; se ne avete la possibilità portate un cavalletto ed un filtro neutro per le lunghe esposizioni sul mare

Attrezzatura

Fotocamera: Nikon D750, Nikon D5000
Obiettivi: Nikkor AF-S 24-120mm f/4G ED VR, Sigma 10-20mm f/4-5.6 EX DC HSM
Filtri: CIR-PL Hoya HD 67mm, CIR-PL Hoya HD 77mm


L'Irlanda è una delle mete europee preferite dagli amanti della fotografia e dei paesaggi. Nonostante la sua notevole estensione conta solamente quattro milioni e mezzo di abitanti ed il suo territorio è diviso in quattro grandi province, a loro volta organizzate in contee. Fatta eccezione per Dublino, Belfast e Cork, le tre città principali e le uniche a superare i centomila abitanti, il resto dei centri urbani ha dimensioni piuttosto limitate. Il clima è quello tipico del nord dell'Europa, molto piovoso. In base a questi elementi è facile comprendere come l'Irlanda debba necessariamente essere ricca di verdi pascoli, zone incontaminate e parchi naturali, fattori che attirano inevitabilmente chi ama visitare luoghi selvaggi in cui la natura è padrona assoluta.

Come di consueto trovate qui sotto la mappa delle principali località.


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Dublino

Dublino è la capitale politica ed economica dell'isola. E' qui che atterriamo, grazie alla prima compagnia aerea low-cost del vecchio continente. Appena usciti dall'aeroporto decidiamo di prendere un taxi per dirigerci verso il centro. Dato che siamo in quattro faccio per salire davanti ma mi ritrovo al volante! Opsss... Avevo dimenticato che qui si tiene la sinistra ed il posto di guida è a destra. Il tassista mi consola: «It always happens». In una ventina di minuti arriviamo a destinazione e nel pomeriggio iniziamo il giro della città. Dublino non è molto estesa ed in centro ci si muove comodamente anche a piedi, facendo però attenzione a dove guardare quando si attraversa la strada. Per evitare spiacevoli inconvenienti (probabilmente verificatisi in passato) in corrispondenza di ogni passaggio pedonale le consuete strisce sono accompagnate da una scritta che recita LOOK LEFT o LOOK RIGHT.

Partiamo visitando le due chiese principali della capitale, Christ Church e la Cattedrale di St. Patrick, che insieme al castello di Dublino sono gli edifici più vecchi della città. Sotto Christ Church c'è una cripta che custodisce alcuni reperti, compresi alcuni antichi libri. Le tracce del passato sono però tristemente affiancate da un angolo adibito al servizio bar. E' la prima volta che vedo una cosa simile... Le due chiese, il castello ed il Trinity College, su cui tornerò più avanti, rappresentano praticamente la totalità del patrimonio storico di Dublino, che non è particolarmente ricco.

Numerosi sono invece i parchi: St. Patrick's Park, Merrion Square, St. Stephen's Green ed Iveagh Gardens, solo per citarne qualcuno, sono tutti situati in centro, ben curati e regolarmente frequentati dai dublinesi oltre che dalle gazze. Phoenix Park invece merita una descrizione a parte. Situato nella periferia ovest vanta una superficie di più di settecento ettari. Al suo interno ospita residenze istituzionali, monumenti ed un giardino zoologico, tuttavia la sua principale attrazione sono senza alcun dubbio le colonie di daini che vivono in totale libertà al suo interno. Non aspettatevi di vederli a pochi metri dalla strada che attraversa il parco, ma se avete voglia di camminare un po' per allontanarvi dalle zone maggiormente frequentate non faticherete a trovare gruppi di decine di daini che gironzolano nel bosco o che si riposano acquattati nel prato. Vi potrebbe capitare di vederne qualcuno anche in giro per le campagne dell'Irlanda, come è successo a noi.

Chiusa la parentesi dei parchi vi consiglio di concedervi una passeggiata tra le vie del centro. Gli edifici sono tipicamente in mattoni a vista, con le porte che si affacciano direttamente sulla strada. I negozi hanno quasi tutti insegne particolari e la loro facciata è spesso dipinta con vernice dalle tonalità sgargianti, regolarmente rinfrescata al primo segno di cedimento del colore. Tra i locali più interessanti ci sono i pub, che si popolano a partire dal tardo pomeriggio fino a notte fonda. Si tratta di veri e propri punti di aggregazione in cui la gente si ritrova periodicamente per bere una Guinness in compagnia ed ascoltare un po' di musica, preferibilmente suonata dal vivo. Purtroppo troppo spesso ad un bicchiere ne segue un altro, poi un altro ancora, e così via, con la conseguenza che molti finiscono per ubriacarsi. Camminando per la strada il venerdì o il sabato sera ci si rende conto di quanto serio sia questo problema. I pub restano comunque un luogo chiave della cultura irlandese: molti locali sono arredati in modo particolare e per apprezzarli al meglio vi consiglio di visitarli anche durante il giorno, prima che vengano presi d'assalto dalla gente. Dato il ruolo dell'alcool nella società irlandese non stupisce che tra i luoghi turistici più visitati di Dublino ci siano la fabbrica della Guinness e quella della Jameson, sia per vedere come vengono prodotti birra e whiskey che per assaggiarne un po'. La Guinness in particolar modo è onnipresente, con cartelloni pubblicitare nuovi e d'epoca, oltre che oggetti di qualsiasi tipo in vendita in tutti i negozi di souvenir.

Camminando per la città noterete la presenza di molte statue in bronzo, dedicate principalmente a famosi personaggi irlandesi come James Joyce ed Oscar Wilde. Tra tutte le opere una merita assolutamente di essere vista: il Famine Memorial, situato lungo il fiume non lontano dal porto, che ricorda il periodo della carestia vissuto dall'Irlanda durante il diciannovesimo secolo, che fece molte vittime e che costrinse molti irlandesi ad emigrare. Le sculture in bronzo rappresentano i profili scheletrici delle persone colpite dalla fame. Sono alte più di una persona normale e se da una parte questo le rende imponenti dall'altro accentua ancor più la loro esilità. I volti sono affilati, le mani allungate. Sembrano trascinarsi faticosamente mentre stringono a sé i loro pochi averi. La loro espressività è davvero impressionante.

Un'altra tappa da non perdere è il Trinity College, luogo d'istruzione di grande fama dove studiano ragazzi provenienti da tutto il mondo e da cui sono passati personaggi celebri. Il modo migliore per conoscerlo è attraverso le visite guidate organizzate dagli studenti stessi, che vi racconteranno la sua storia e gli aneddoti ad essa legati. Il college custodisce inoltre il Book of Kells, un libro scritto e decorato a mano dai monaci irlandesi nell'Ottocento. E' una delle principali attrazioni di tutta l'Irlanda, quindi non stupitevi se troverete all'esterno della Old Library, dove è conservato, una lunghissima fila. L'ingresso avviene a gruppi per evitare il sovraffollamento. Per minimizzare il tempo di attesa conviene recarsi sul posto la mattina prima dell'orario di apertura, in modo da poter entrare con il primo gruppo. In molti si soffermano immediatamente ad osservare le pagine del famoso manoscritto, che si trova al piano terra poco distante dall'ingresso, in una stanza dove la luce è scarsa e come se non bastasse è vietato fare fotografie, tuttavia la vera meraviglia si trova al piano superiore, dove una stanza lunga sessantacinque metri custodisce circa duecentomila opere, molte delle quali sono prime edizioni. Il colpo d'occhio non appena ci si avvicina al portone della sala è stupefacente: a destra e a sinistra due piani di scaffali in legno si affacciano gli uni agli altri, accompagnati da busti in marmo di scrittori e filosofi famosi. La luce che penetra dalle finestre laterali dona alla stanza un'atmosfera eccezionale. Entrando si sente immediatamente l'odore della carta. I libri non sono organizzati in ordine alfabetico, bensì in base al loro peso, i più grandi e pesanti in basso, i più piccoli e leggeri in alto. Se ne vede solo il dorso, sul quale si possono scorgere i segni dell'antica rilegatura. I segni del tempo sono chiaramente visibili, sia nel colore che nello stato di conservazione, comunque ottimo se si considera che alcuni libri hanno centinaia di anni.

La Old Library del Trinity College è la biblioteca più bella della città ma ce ne sono altre (per esempio la Marsh's Library), così come ci sono tanti altri posti che purtroppo non abbiamo avuto il tempo di visitare. Oltre alle già citate fabbriche della Guinness e della Jameson, a Dublino è possibile visitare la vecchia prigione di Kilmainham Gaol e diversi musei. Un'altra possibile meta è il villaggio di Howth, piccolo paese di pescatori dove è anche possibile fare una bella passeggiata lungo le scogliere.

In viaggio verso ovest

Trascorso il fine settimana a Dublino ci prepariamo per il nostro giro dell'Irlanda, che prevede come prima tappa la zona sud-ovest. Le città principali sono collegate attraverso un servizio di pullman di linea ma l'auto è praticamente indispensabile per raggiungere i luoghi più belli, così lunedì mattina noleggiamo una macchina e partiamo per il nostro viaggio. Nonostante le strade siano in buone condizioni i tempi necessari per gli spostamenti sono lunghi, anche perché le autostrade coprono solo una piccolissima parte del territorio. Guidare dalla parte opposta non è poi così complicato, basta fare attenzione a non stare troppo a sinistra.

La nostra prima meta è il paese di Killarney, nella contea di Kerry. Scegliamo il nostro itinerario in modo da fare qualche sosta intermedia, la prima non lontano da Dublino, a Powerscourt House, una residenza dell'Ottocento circontata da un immenso e bellissimo giardino perfettamente curato. L'edificio è immerso in un parco con aiuole, fontane, specchi d'acqua e persino un giardino giapponese. Volendo è possibile visitare anche l'interno della residenza.

Procediamo quindi verso sud in direzione delle Wicklow Mountains per fermarci a Glendalough, un villaggio nei pressi di un antico monastero di cui sono rimasti una piccola chiesa, diversi resti ed alcune tombe, contraddistinte dalle classiche croci celtiche. Il sito si trova nei pressi di due laghi raggiungibili a piedi che distano poco più di un chilometro.

Riprendiamo quindi il nostro viaggio per fare un'altra sosta nel paese di Kilkenny, dove visitiamo il castello ed il bel parco all'interno delle mura. E' una bella giornata soleggiata e la gente ne approfitta per passeggiare o prendere il sole (che in Irlanda si fa spesso desiderare) distesa sul prato. Facciamo infine un breve giro tra le vie del paese osservando le facciate delle botteghe ed infine ci rimettiamo in marcia dato che la strada è ancora lunga.

La nostra ultima tappa giornaliera a Cashel, dove ci fermiamo a guardare la rocca in cima alla collina. L'orario delle visite si è già concluso ma facciamo comunque un giro all'esterno delle mura ammirando il verde panorama circostante. Una volta ripartiti vorremmo deviare in direzione del castello di Blarney ma si sta ormai facendo tardi e così decidiamo di dirigerci direttamente a Killarney, dove alloggiamo in una bella casa su due piani in perfetto stile irlandese, con la classica veranda all'ingresso. Si conclude così la prima giornata di viaggio, lunga ma soddisfacente.

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Ring of Kerry

Killarney è un paese nel cuore della contea di Kerry. Il suo piccolo centro rispetta tutti i canoni irlandesi: case basse, negozi dalle insegne colorate e pub in cui si suona musica tradizionale. Rispetto a Dublino l'atmosfera è diversa e nonostante conti quasi quindicimila abitanti si percepisce di essere in un piccolo centro della campagna irlandese. Il paese lambisce il Killarney National Park, dove si possono ammirare dei bei paesaggi tra specchi d'acqua ed ampie vallate. Lungo la strada che attraversa il parco in direzione sud si incontra la famosa Ladies View, un punto panoramico che si affaccia sulla Black Valley. Killarney è un ottimo punto di partenza per visitare la penisola di Beara, la penisola di Iveragh e la penisola di Dingle. Delle tre la più nota è la penisola di Iveragh, che si può vedere percorrendo il Ring of Kerry, una strada che si snoda lungo il perimetro della penisola passando per i tanti paesi della costa. Il paesaggio è fatto di verdi colline che terminano direttamente sul mare, mentre in lontananza si intravedono le isole avvolte dalla foschia. In primavera il giallo delle ginestre spinose aggiunge un tocco di giallo. La costa è rocciosa ma mancano le imponenti scogliere presenti in altre zone dell'Irlanda. Al contrario si possono incontrare delle bellissime quanto inattese baie come Derrynane Bay, dove il mare assume tutte le tonalità del blu. Il tratto più bello del Ring of Kerry è quello che va da Kenmare a Cahersiveen. Inutile consigliare delle tappe: la cosa migliore è guardarsi intorno e fermarsi per strada non appena si osserva qualcosa che attiri l'attenzione, dai paesaggi sul mare ai paesini colorati

Prima di fare ritorno a Killarney troviamo il tempo per spingerci anche nella penisola di Dingle. Rispetto al Ring of Kerry il paesaggio è ancora più selvaggio e la costa più frastagliata, in alcuni tratti a picco sul mare. Lungo il tragitto ci fermiamo a Dingle. Il paese è piccolo ma è molto probabilmente il centro principale della penisola. Per le strade noto diversi cartelloni che pubblicizzano gite in barca alla scoperta dei delfini. Le coste di Dingle infatti sono regolarmente frequentate da Fungie, un delfino che vive in queste acque da diversi anni e che è diventato l'attrazione principale della zona, al punto da attirare ogni anno numerosi turisti e da essersi meritato addirittura una statua. Dopo il consueto giro tra le vie del paese proseguiamo verso ovest mentre il sole si abbassa gradualmente davanti a noi. Poco prima del tramonto invertiamo il senso di marcia e facciamo ritorno a Killarney, dove dopo cena passeggiamo per le vie del centro tra i locali ed i piccoli negozi che vendono souverir.

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Cliffs of Moher

Arriva il giorno più atteso del viaggio: oggi ci dirigeremo verso nord per ammirare finalmente i bellissimi Cliffs of Moher, le alte scogliere a picco che dominano il mare lungo un breve tratto di costa nella contea di Clare, a pochi chilometri dal paesino di Doolin. La strada è lunga e decidiamo di spezzarla facendo qualche sosta. Poco dopo Limerick ci fermiamo al Castello di Bunratty, maniero dalla struttura massiccia ed imponente, spesso ritratta in foto HDR che a dir la verità ne alterano l'aspetto in modo significativo. Dal vivo è un po' deludente ma è una delle mete più visitate di tutta l'Irlanda. Pagando il biglietto d'ingresso è possibile vedere le sue sale e passeggiare nel Folk Park, un parco che racchiude minuziose ricostruzioni degli ambienti rurali dell'Ottocento. Non è esattamente il genere che più ci interessa e così dopo una breve sosta decidiamo di proseguire il nostro viaggio. La tappa successiva è Ennis, altro paese dal classico stile irlandese.

Sulla tabella di viaggio siamo in perfetto orario. Il piano vorrebbe come prossima tappa le famose scogliere, ma il sole che inspiegabilmente continua ad accompagnare il nostro viaggio è ancora alto. La luce non è delle migliori, quindi decidiamo di andare direttamente alla destinazione successiva, Aillwee Cave, una grotta che si sviluppa in lunghezza per centinaia di metri nella regione del Burren, imponente massiccio di natura calcarea non molto distante dai Cliffs of Moher. L'accesso è possibile solo attraverso visite guidate che partono regolarmente ogni trenta minuti ed accompagnano i turisti lungo i suoi cunicoli, tra stalattiti a stalagmiti. Trattandosi di roccia calcarea l'acqua piovana filtra continuamente dalla superficie ed in base alle condizioni all'esterno può capitare di sentire l'acqua che gocciola o di essere assordati dal suo impeto. Nei periodi più piovosi all'interno si formano delle vere e proprie cascate. Se non amate le grotte potete restare all'esterno e recarvi in una zona dedicata agli spettacoli degli uccelli da preda.

Aillwee Cave non è unica: la regione del Burren è ricca di grotte di origine carsica e custodisce numerose testimonianze che risalgono a migliaia di anni fa. Con una mappa della zona potrete visitare siti dove giacciono dolmen e tombe preistoriche all'interno delle quali sono stati ritrovati resti umani e reperti archeologici. Bisogna precisare che nonostante l'indiscusso valore storico quel che si può vedere sono in fondo delle pietre sistemate nel mezzo di un paesaggio desolato.

Nel frattempo si è fatto un orario accettabile e così ci dirigiamo verso le tanto attese scogliere. La strada non lascia presagire lo spettacolo che osserveremo di lì a poco. Una volta raggiunto il parcheggio attraversiamo la strada in direzione della costa. Sulla destra si accede al centro visite, perfettamente mimetizzato e quasi interamente sotterraneo, ma la vera meraviglia è di fronte a noi: mi affaccio ed ecco quel che vedo.

Le scogliere a strapiombo sul mare si alternano una dopo l'altra. La nuda roccia è tinteggiata qua e là dalla verde vegetazione, che ricopre come un tappeto la sommità. Il mare è di un blu intenso, calmo, dominato a destra dalla O'Brien's Tower ed a sinistra da un'altra torre che si scorge in lontananza. Il rumore delle onde è piacevole. E' una bella giornata di sole, senza vento, e la costa frastagliata è velata solo da una leggera foschia. Le persone passeggiano tranquillamente a pochi passi dal precipizio percorrendo i sentieri che si snodano su entrambi i lati. Sembrano formiche che si alternano avanti e indietro. Sulla mappa che abbiamo ricevuto sono segnalati pochi chilometri ma volendo è possibile spingersi oltre. Sulle scogliere nidificano diverse specie di uccelli, che volteggiano rumorosamente mentre il sole si abbassa e scalda la roccia. La specie più particolare è senza dubbio l'Atlantic Puffin, che assomiglia ad un pinguino con le ali. L'ora però non è la più indicata e dobbiamo accontentarci di vederlo solo in fotografia. Mentre camminiamo lungo il sentiero provo ad immaginare come deve essere questo posto selvaggio con pioggia e vento. Avendo più tempo a disposizione probabilmente sarei tornato qui diverse volte, ognuna ad orari diversi, dalla mattina presto fino a tarda sera, per ammirare gli Atlantic Puffin ed il tramonto, per vedere le scogliere con il sole e con la pioggia, magari percorrendo il più a lungo possibile questo tratto di costa, che mi ricorda un po' le scogliere di Etretat. Anche se siamo stati qui solo per un paio d'ore devo ammettere che le condizioni sono state ideali, la fortuna è stata dalla nostra parte. E così, stanchi ma soddisfatti, percorriamo la strada che ci separa da Galway, dove resteremo per due notti.

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Connemara Park

L'indomani è la volta del Connemara Park. Inizialmente avevamo pensato all'eventualità di imbarcarci per le Isole Aran ma dato il poco tempo disponibile, la durata del viaggio di andata e ritorno, e l'analisi di quel che potevamo vedere, abbiamo deciso di lasciar perdere e dedicarci al Connemara, che non ha deluso le nostre aspettative. Per apprezzare tutte le sfumature del parco conviene percorrere l'anello che da Galway si snoda prima lungo la costa e successivamente nell'entroterra. Partiamo in direzione di Gorumna Island. Nonostante si tratti di un'isola è collegata alla terraferma da un ponte. In realtà tutta questa zona è fatta da isole ed isolotti, tutti uniti tra loro. L'acqua è un po' dappertutto e spesso non si capisce se quello che si sta guardando è un lago o il mare. Lungo il percorso non incontriamo un vero e proprio centro abitato ma case sparse qua e là, collegate da un'unica strada che corre tra mare e terra. Procediamo per diversi chilometri spingendoci sempre più in là, fermandoci non appena notiamo qualche scorcio attraente. Il mare si distingue grazie alla marea, che lascia le barche arenate sul basso fondale, circondate da alghe e vegetazione marina. Mentre torniamo verso l'entroterra il mare scompare e lascia spazio ad ampi specchi d'acqua circondati da una bassa vegetazione verdeggiante. L'acqua è di un bel blu e la sua superficie è sferzata dal vento che sposta le nuvole bianche di un'altra bella giornata. Ci fermiamo a mangiare un panino in un piccolo paese dove vediamo uscire da scuola dei ragazzini che indossano rigorosamente la stessa uniforme. Poco più tardi entriamo in un pub del posto. E' il classico pub irlandese anche se non ha niente a che fare con quelli visti nelle grandi città. Di fianco al bancone è appeso al muro il bersaglio delle freccette, o darts come le chiamano qui, mentre nella stanza a fianco c'è un biliardo. Gli avventori sono un paio di persone anziane che non esitano a bere una pinta di birra.

Ripartiamo per fare la sosta successiva a Dog's Bay, una bellissima baia che in Irlanda proprio non ti aspetti, con acqua cristallina e sabbia bianca. La sua perfetta mezzaluna ha una gemella sul versante est, Gurteen Beach, assieme alla quale delinea la stretta lingua di terra che dà accesso ad una piccola penisola.

Dopo Clifden la strada si dirige verso l'interno per poi ripiegare in direzione est. Il paesaggio si fa ancora più selvaggio, le abitazioni scompaiono progressivamente finché, dopo Letterfrack, ci si immerge nella parte più verde del parco, dove si in contrano più pecore che persone. Il paesaggio è fatto prevalentemente di prati verdi e specchi d'acqua ma il Connemara offre anche qualche montagna. Sebbene non superino i mille metri il territorio circostante è sostanzialmente pianeggiante e la vista di cui si gode dalla loro vetta è molto ampia. Non dovrebbe trattarsi di percorsi impegnativi, ma sono zone piuttosto isolate e prima di fare un trekking è importante informarsi sulle condizioni meteo dato che queste zone possono essere molto ventose.

Procediamo solitari. Alla nostra destra si innalza dolcemente Diamond Hill, meta di molte escursioni. Poco dopo ci fermiamo per dare un'occhiata a Kylemore Abbey, una bellissima abbazia che si affaccia sull'omonimo lago. Anche in questo caso non visitiamo il suo interno ma ci limitiamo ad ammirare il paesaggio circostante. L'edificio si trova ai piedi di un pendio, perfettamente immerso nella natura. La vegetazione è ricca. Il bosco verdeggiante avvolge la collina e l'acqua del lago è piatta. Lungo le sue rive si adagiano le ninfeee e tutt'intorno i giunchi spuntano dalla sua superficie.

E' ora di fare ritorno a Galway, seguendo l'unica strada che attraversa il parco, una stretta striscia di asfalto circondata dalla natura selvaggia. Uniche compagne di viaggio sono le pecore dalla testa nera che pascolano nei prati circostanti e che talvolta li abbandonano per camminare lungo la strda. Costeggiamo pascoli e laghi nel mezzo del nulla. Sulla destra in lontananza si scorgono i Twelve Bens, le montagne più alte della zona, che comunque non arrivano a raggiungere i mille metri di altezza. Ogni punto è buono per fermarsi a scattare foto del paesaggio, dei laghi e degli stagni, dei loro riflessi, delle montagne e delle pecore che mangiano tranquille nella prateria, sotto il cielo azzurro punteggiato dalle nuvole bianche.

In serata facciamo un giro a Galway. A differenza dei paesini a cui ci eravamo abituati l'atmostera è quella di una cittadina. Il centro è molto animato, con i soliti pub variopinti e manifesti della Guinness un po' dappertutto. L'aria è fresca, tagliente, ma la gente del posto sembra non farci caso ed indossa maglie a maniche corte, mentre io soffro il freddo nonostante il mio giubbino. Torniamo verso il nostro alloggio attraversando un ponte su cui soffia un vento freddo e fastidioso. Mentre cerco di ripararmi noto dall'altra parte della strada un gruppetto di ragazze. Qualcuna di loro indossa solo una canottiera ma cammina tranquillamente come io farei solo in una calda giornata di sole, non so se aiutata dall'alcol o più semplicemente dal sangue irlandese.

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Da Galway all'Irlanda del Nord

Lasciata Galway ci prepariamo a visitare l'Irlanda del Nord. Siamo diretti a Giant's Causeway, che vedremo il giorno seguente. La mattina lasciamo il nostro appartamento e ci dirigiamo verso est per fare la prima tappa a Clonmacnoise, un complesso risalente al Cinquecento dove sorgono i resti di un antico monastero, circondato da numerose croci celtiche coperte da muschi e licheni, e racchiuso da quel che resta della cinta muraria. Nel museo sono conservati altri reperti. Il sito si trova lungo il corso del fiume Shannon, su un dolce e leggero pendio da cui si gode una gradevole vista del paesaggio. Camminiamo tra le croci e scattiamo un bel po' di foto appena prima che arrivino due o tre pullman carichi di turisti assetati di selfie. La loro guida li tiene uniti giusto per qualche minuto prima di liberarli e lasciare che invadano come cavallette tutto il prato.

Proseguendo verso nord è poi la volta di una breve sosta per vedere Roscommon Castle. Curiosamente i suoi resti non sono custoditi e sono accessibili a tutti. Quel che resta del castello è un edificio a cielo aperto. Una volta entrati ci troviamo nel mezzo di un prato circondato dalle mura, anch'esse in parte ricoperte dalla vegetazione. Attraverso le finestre si vede il cielo blu, ma al di sopra manca il tetto: una vista semplice ma suggestiva. Continuando verso nord l'Abbazia di Boyle è un'altra meta interessante per gli amanti del genere. Noi invece procediamo verso Carrowmore, dove si trovano i resti di un antico cimitero megalitico: dolmen, pietre sistemate in circolo ed un'imponente tomba risalenti a migliaia di anni fa. Proprio sotto ad uno dei grossi massi un coniglio sembra aver trovato le condizioni ideali per costruire la sua tana ed incuriosito resta fermo ad osservarmi mentre gli scatto una foto, appena prima di nascondersi al suo interno.

Lasciamo la contea di Sligo per la contea di Donegal. E' una regione che offre bellissimi panorami fatti di scogliere a picco sul mare ma purtroppo la nostra destinazione e la contea di Derry, nell'Irlanda del Nord. Ci fermiamo brevemente solo a Donegal per una passeggiata lungo le strade del centro e per dare un'occhiata al suo castello. Ripartiamo ed attraversiamo il confine quasi senza accorgercene. L'unica differenza sono i cartelli stradali, che indicano i limiti di velocità in miglia orarie e che recitano GIVE WAY anziché YIELD. In serata arriviamo a Londonderry, attraversata dal fiume Foyle a pochi chilometri dalla sua foce. A parte il centro storico non c'è molto da vedere e come tappa la sconsiglierei: molto meglio qualche paesino di campagna.

La mattina seguente partiamo presto per dirigerci a Giant's Causeway, il Sentiero del Gigante, un complesso di formazioni rocciose esagonali che si è creato milioni di anni fa per effetto del raffreddamento della lava. Giunti al parcheggio si accede all'area dedicata ai visitatori. E' quindi possibile scendere sulla costa a piedi o tramite un servizio di bus navetta. La mappa mostra un percorso che segue la costa in direzione est. Ad un certo punto è possibile risalire la scogliera o restare al di sotto. Scegliamo la seconda opaione ma il sentiero si fa sempre più difficoltoso finché un cartello non indica la sua inaccessibilità a causa di una frana. Lungo il cammino si possono vedere rocce basaltiche dalla forma regolare che affiorano dall'acque e più avanti delle formazioni colonnari alte decine di metri. La giornata è grigia ed il cielo plumbeo. La luce migliore sarebbe probabilmante quella della sera. Non piove ma l'aria è fresca, probabilmente più consona al clima irlandese. Non molto distante dal sito si può visitare il Castello di Dunluce, suggestivo maniero arroccato su di uno sperone che si affaccia dalla ripida scogliera, ma oggi non abbiamo molto tempo e così decidiamo di saltare la tappa e fare ritorno a Dublino, dove lasciamo i nostri amici e dove trascorreremo un altro week-end prima di tornare in Italia.

Dopo un fine settimana tranquillo arriva il momento del ritorno. Mentre l'aereo si prepara al decollo osservo i conigli che saltellano nel prato, penso ai tanti posti che abbiamo visto ed a quelli che mi piacerebbe aggiungere alla lista, certo che ci saranno altre occasioni.

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Conclusioni e suggerimenti

L'Irlanda è nota per essere un paese verde, tanto che questo colore ricorre sia nella sua bandiera che nei suoi simboli (per citarne uno basti pensare al trifoglio). Durante il nostro viaggio abbiamo potuto constatare l'autenticità di questo aspetto paesaggistico ma allo stesso tempo abbiamo sfatato un mito: più che piovosa l'Irlanda si è rivelata soleggiata, almeno durante la settimana in cui l'abbiamo visitata. Nonostante la nostra fortuna è bene ricordare che in Irlanda i giorni di pioggia superano di gran lunga quelli di sole. E' un fattore da tenere bene in considerazione durante la pianificazione di un viaggio. Se evitare la pioggia è praticamente impossibile (a dir la verità qualche goccia l'abbiamo presa anche noi) potrete almeno ridurre la probabilità di trascorrere l'intera vacanza sotto l'acqua, anche se fotograficamente parlando può essere comunque motivo di ispirazione.

Dal punto di vista storico siamo lontani anni luce da quel che si può vedere in Italia o in Francia. Il patrimonio dell'Irlanda non è molto vario e si limita a numerosi siti archeologici, innumerevoli castelli ed altrettante abbazie e monasteri sparsi su tutto il territorio. Le foto li ritraggono spesso dopo evidenti lavori di post-produzione, talvolta HDR, che li rendono particolarmente drammatici, anche se in molti casi i soggetti non sono altro che semplici rocce o edifici in pietra. Non voglio sminuire il valore storico ma diciamo che l'interpretazione artistica, se così la vogliamo chiamare, viene spesso in aiuto, a meno che non riusciate ad immergere il vostro soggetto inanimato in un contesto naturale particolarmente bello. La grande ricchezza del paese è infatti senza dubbio la natura, con i suoi paesaggi incontaminati, i verdi pascoli e le coste frastagliate. A mio parere non potete pensare di andare in Irlanda senza vedere i Cliffs of Moher ed il Connemara Park.

Gli irlandesi mi sono sembrati un popolo socievole e disponibile, che vive in un contesto in cui la natura è padrona, che non cerca a tutti i costi di prenderne il controllo ma che si accontenta di conviverci e di assecondarla. E' un popolo attaccato alle tradizioni come si può constatare dal fatto che la lingua gaelica sia tuttora presente nella vita di tutti i giorni. Sebbene sia raro sentirla parlare tra i giovani, viene insegnata regolarmente nelle scuole e la si ritrova sistematicamente in tutti i cartelli stradali, che riportano i nomi delle località sia con il nome inglese che con quello gaelico.

In conclusione l'Irlanda è un paese dal grande valore naturalistico che abbiamo a portata di mano e che sarebbe un peccato non visitare in lungo e in largo.

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FAQ

Dove posso trovare le informazioni per pianificare un viaggio in Irlanda?

Un sito che ho trovato utilissimo è Irlandando.it, ricco di informazioni dettagliate e di spunti interessante per scoprire l'intero paese.

- 11 Ott 2016 -



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