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Isole Lofoten

Informazioni

Luogo: Isole Lofoten - Norvegia
Periodo: 21 Feb 2017 -> 28 Feb 2017
Caratteristiche: paesaggi, natura, aurora boreale
Consigli: non vi fate intimidire dal meteo, i paesaggi sono magnifici in ogni condizione atmosferica ed in ogni periodo dell'anno; portate con voi un cavalletto ed un filtro neutro da 9 o 10 stop

Attrezzatura

Fotocamera: Nikon D750, Nikon D5100
Obiettivi: Nikkor AF-S 24-120mm f/4G ED VR, Nikkor AF-S 70-200mm f/2.8G ED VRII
Filtri: ND400 Hoya 77mm
Altro: Treppiede Manfrotto 190XPROB, Testa Manfrotto 410 Junior


Le Isole Lofoten sono un arcipelago che si trova nell'estremo nord della Norvegia, poco oltre il Circolo Polare Artico. E' sufficiente controllare la loro posizione su Google Maps per rendersi conto che si tratta di una tra le zone abitate della Terra più vicine al Polo Nord, ben al di sopra dell'Islanda e più o meno all'altezza del nord dell'Alaska.

Nonostante la latitudine il mare e la Corrente del Golfo rendono il clima mite anche nella stagione fredda. La parola mite ovviamente va presa con le pinze ma per farsi un'idea basti pensare che le temperature minime si aggirano attorno ai 10-15 gradi sotto zero, mentre alla stessa latitudine nell'entroterra si possono raggiungere tranquillamente i 40 gradi sotto zero. D'estate invece le temperature massime vanno dai 15 ai 20 gradi.

Queste caratteristiche climatiche, unite all'indiscutibile bellezza del paesaggio, rendono le Isole Lofoten una delle mete più visitate della Norvegia e soprattutto uno dei luoghi che ogni fotografo dovrebbe prima o poi visitare.

Sotto trovate la mappa del viaggio.


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Informazioni generali

Le isole che costituiscono l'arcipelago delle Lofoten sono numerose e di varie dimensioni. Si estendono nel Mare del Nord, o più propriamente nel Mar di Norvegia, per circa 150km. Il loro territorio è fatto di montagne che si gettano direttamente nel mare, rendendo il paesaggio suggestivo ed assolutamente unico. Le isole principali sono collegate alla terraferma dalla E10, una strada che si snoda lungo articolati profili montuosi e ponti fino a raggiungere il piccolo paese di Å (che si pronuncia «ó»), all'estremità occidentale dell'arcipelago, dove la strada termina in un parcheggio. Non a caso la lettera "å" è l'ultima dell'alfabeto norvegese.

Le risorse principali delle Isole Lofoten sono la pesca ed il turismo. Il pesce più pescato è il merluzzo, che trovate ovunque, preparato in svariati modi, dal baccalà allo stoccafisso. Il turismo è presente in tutti i periodi dell'anno: d'inverno, quando si possono ammirare le montagne coperte di neve che si tuffano nel mare blu scuro e nelle notte limpide si può andare alla ricerca dell'aurora boreale, e d'estate, quando si può girovagare tra suggestivi panorami costantemente illuminati dalla luce del sole. A causa della latitudine si passa infatti dal buio totale dell'inverno, quando il sole non sale mai sopra l'orizzonte, alla luce ininterrotta dell'estate, quando invece è sempre presente. Se non amate questi estremi i periodi intermedi sono certamente i più indicati. Anche l'affluenza dei turisti varia in modo significativo in funzione del periodo e può rappresentare un criterio di scelta importante. Tenete presente che l'alta stagione corrisponde alla stagione calda.

Le attività praticabili sono molte: pesca, passeggiate (con o senza ciaspole a seconda della stagione), escursioni in barca alla ricerca delle balene, per vedere le colonie di uccelli o semplicemente per ammirare i fiordi, escursioni per cercare di avvistare l'aurora boreale ed altro ancora. Non illudetevi però di poter fare tutto in un unico viaggio. Se per esempio volete vedere le colonie di Pulcinelle di Mare (Atlantic Puffin) dovrete scegliere la primavera inoltrata e quindi rinunciare all'aurora boreale. Non prendetela però come una limitazione ma piuttosto come un buon motivo per visitare le Isole Lofoten più di una volta, dedicando il giusto tempo e la giusta attenzione a tutto ciò che ha da offrire.

Le Isole Lofoten sono tutto sommato ben collegate e per raggiungerle avete diverse possibilità, che potete selezionare in base alle vostre preferenze. L'aereo è senza dubbio il metodo più rapido. Dovrete fare scalo ad Oslo e prendere un secondo volo per Harstad, Svolvær o Leknes, a seconda delle zone che volete visitare e dell'itinerario che volete fare. Qualcuno preferisce volare su Tromso, ma dato che si trova nell'entroterra la distanza inizia ad essere non trascurabile. Tuttavia Tromso è una cittadina piuttosto grande, che offre ai turisti molti servizi ed attività. Un altro modo per raggiungere le isole è viaggiare con il treno notturno da Oslo a Bodø (dove c'è anche un aeroporto), e prendere quindi il traghetto per Moskenes, arrivando così nella zona più ad ovest dell'arcipelago. Nonostante le isole siano collegate anche da un servizio di autobus il modo più semplice per muoversi in tutta libertà consiste nel noleggiare un'auto.

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Benvenuti tra i ghiacci

E' già buio quando il nostro volo proveniente da Oslo si prepara ad atterrare all'aeroporto di Harstad-Narvik. Dopo un'ora e mezza di viaggio trascorsa a cercare di scorgere invano un centro abitato che conti almeno una manciata di case mi chiedo che cosa ci attende mentre l'aereo si abbassa e vira due volte nell'oscurità per allinearsi alla pista di atterraggio. Nonostante l'aereo sia dello stesso tipo che ci ha portati ad Oslo deduco che l'aeroporto sia molto piccolo quando al termine della frenata facciamo dietro front e ripercorriamo un tratto della pista al contrario. Al ritiro bagagli ho la conferma della mia ipotesi. Al banco del noleggio recuperiamo le chiavi dell'auto, che ci attende già accesa in un parcheggio ricoperto dalla neve, e ci dirigiamo verso l'hotel dove trascorreremo la prima notte, percorrendo una strada ghiacciata e deserta. La nostra camera ha una bella vista sul mare. Sulla sua superficie si riflette la luce delle poche abitazioni del centro abitato, mentre tutt'intorno regna la quiete più assoluta.

La mattina successiva, dopo aver fatto colazione a base di salmone, usciamo dalla nostra stanza con le valigie. Con lo spazzolone in dotazione (altro che raschietto) ripulisco la macchina che nella notte è stata interamente ricoperta dalla neve polverosa, non so se caduta o riportata dal vento, e partiamo in direzione Svolvær. Il cielo è nuvoloso ma non sembra minaccioso. La luce ed i colori sono freddi ed intensi, l'aria è tagliente e la neve illumina un paesaggio che finalmente riesco ad ammirare in tutto il suo splendore, selvaggio e sterminato. La strada è ricoperta di ghiaccio e neve, che viene sollevata dal vento e dai pochi mezzi che incrociamo. La vegetazione è spoglia, il manto nevoso appare integro, sia sulle montagne che poco al di fuori dalla strada. Vediamo le prime casette di legno, quasi tutte colorate di rosso ed affacciate sul mare, che in alcuni punti è ghiacciato. Più al largo scorgo un'imbarcazione blu che procede nella nostra direzione e che ci accompagna per una buona parte del nostro tragitto. Ho la sensazione di stare all'interno di un congelatore, dove tutto è fermo, immobilizzato dal ghiaccio, ed il poco che si muove, le macchine, le navi, le pochissime persone, lo fa lentamente, quasi a fatica. Percorriamo così i 180km che ci separano da Svolvær, fermandoci diverse volte per scattare le prime foto. Dopo pranzo facciamo una breve passeggiata sul lungomare osservando i pescherecci ormeggiati nel porto, prima di raggiungere la nostra destinazione, il Nyvågar Rorbuhotell, una struttura di casette rosse di due piani che da un lato si affacciano su di uno stretto tratto di mare, forse un fiume, in cui vi può capitare di scorgere qualche lontra ed al di là del quale ci sono solo montagne innevate. Arriviamo giusto in tempo per vedere il sole tramontare tra le nuvole che si perdono all'orizzonte, dopo aver tinteggiato il cielo di colori eccezionali. Dopo cena torniamo a Svolvær per fare il nostro primo giro alla ricerca dell'aurora boreale. Le previsioni dicono che l'attività solare è discreta e dato che le condizioni meteo sono accettabli decidiamo di provare subito, affidandoci ad un giro guidato per evitare di sprecare tempo. Non è il modo più economico ma la scelta si rivela azzeccata. Dopo un'oretta di viaggio in pulmino la guida inizia a guardare un po' lo schermo del suo smartphone, un po' il cielo, quando improvvisamente che dice all'autista di accostare. Siamo lungo una stradine nel mezzo del nulla, in direzione della spiaggia di Brenna. Scendiamo dal pulmino ed ecco quello che vediamo.

Il primo impatto è sicuramente il più emozionante ma siamo solo all'inizio del nostro giro. Ci attendono altre due destinazioni e tre ore durante le quali riusciamo a vedere l'aurora sullo sfondo di mare e montagne. Abbiamo scelto appositamente una settimana in cui c'è luna nuova ed anche senza lo spettacolo dell'aurora il cielo è eccezionale, punteggiato da moltissime stelle, tante da rendere difficile anche il riconoscimento delle costellazioni. Tornati alla nostra casetta riusciamo a vedere ancora una tenue luce verdastra dietro alle montagne, e si conclude così la nostra prima giornata di viaggio.

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Svolvær

Il giorno successivo facciamo ritorno a Svolvær per fare una passeggiata dalla piazzetta principale alle caratteristiche strutture in legno che si scorgono dall'altra parte della baia, dove sono appesi ad essiccare i pesci pescati il giorno precedente. Il cielo è ancora coperto ed i gabbiani volteggiano ininterrottamente, rompendo con i loro versi il silenzio che ci circonda. Lungo il percorso inizia a nevicare ed il vento si fa gelido e fastidioso, ma non passa molto e mentre camminiamo su di un lungo ponte le nuvole che si muovono rapidamente sopra di noi si aprono improvvisamente in uno squarcio da cui il sole illumina il paesaggio circostante. Proseguiamo la nostra passeggiata mentre le condizioni di iluminazione cambiano in continuazione, regalando ogni volta vedute e colori nuovi.

Arriviamo in uno spiazzo con una schiera di casette, tutte rigorosamente rosse. La loro regolarità è spezzata solo da un fabbricato verde che riporta sulla facciata una scritta in norvegese. Proseguiamo quindi fino a raggiungere le strutture su cui sono appesi i merluzzi ad essiccare. Se da lontano sembravano piccolissime ora si rivelano imponenti. Sono fatte interamente in legno, i tronchi che formano la base sono disposti a coppie, appoggiati l'un l'altro, mentre altri sono sistemati orizzontalmente a collegare la base e darle rigidità. Sui tronchi orizzontali i corpi dei pesci sono appesi due alla volta, regolarmente, uno da una parte ed uno dall'altra, in modo da sostenersi a vicenda. Le teste invece sono legate tra di loro ed appese ad una struttura a parte, alta solo un paio di metri. Ai piedi dei sostegni la neve è colorata di rosso e nonostante i pesci siano molti meno rispetto allo spazio disponibile l'odore è forte. Scattiamo qualche foto e ritorniamo sui nostri passi fino al centro del paese.

Dopo pranzo facciamo un'altra breve passeggiata per poi rientrare presto, prendere un the caldo ed ammirare ancora una volta il tramonto sul mare. Dopo cena usciamo e notiamo sopra la schiera di casette una debole luce verde: è l'aurora che si concede ancora una volta. Torniamo a Svolvær per visitare il Magic Ice Bar, caratteristico locale dove si può bere qualcosa comodamente seduti su lastre di ghiaccio, alla temperatura di sei gradi sotto zero, circondati da innumerevoli sculture minuziosamente levigate. Indossiamo il poncho ed entriamo. Con grande sorpresa siamo soli e camminiamo curiosamente tra le creazioni illuminate da luci verdi e viola, accompagnati da un gradevole sottofondo musicale. Iniziamo a sorseggiare il nostro bicchiere di vino, rigorosamente servito in bicchieri di ghiaccio, e facciamo qualche foto. La pace però dura poco. Passano pochi minuti ed arriva un gruppo di turisti che pian piano iniziano a riempire tutto lo spazio, aggirandosi rumorosamente e fastidiosamente tra le sculture, come zombie, scattando foto a caso qua e là, con il telefono in una mano ed il bicchiere nell'altra. Fortunatamente il fenomeno non dura molto e si estingue spontaneamente. I turisti se ne vanno con la stessa rapidità con cui sono arrivati, scomparendo uno ad uno dietro al tendone d'ingresso, e tutto ritorna alla normalità. Ci godiamo gli ultimi minuti prima della chiusura ed infine usciamo dal locale per tornare a casa e riposarci prima del viaggio che ci attende l'indomani.

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In viaggio nella bufera

La notte trascorre tra i fischi del vento, che si insinua tra le giunture delle assi di legno, e gli spruzzi d'acqua che schizzano sulle finestre. Quando apro la porta vedo le casette imbiancate da un sottile strato di neve. Il cielo non promette bene ma scende solo qualche fiocco. Ripartiamo diretti verso Reine ma ci concediamo una breve deviazione per Henningsvær, un paesino di pescatori ai piedi delle montagne che si raggiunge seguendo una tortuosa strada lungo la costa. Le nuvole accentuano il contrasto tra il bianco delle motagne ed il blu intenso del mare leggermente mosso, da cui spunta qua e là qualche scoglio nero. Nel centro abitato le case sono concentrate intorno al porto, dove sono ormeggiate numerose imbarcazioni. Anche qui non sembra esserci grande vita, complice il freddo. Procediamo verso la nostra meta tra monti innevati e pianure sconfinate, attraversando piccoli gruppi di case che difficilmente definirei paesi, gettando uno sguardo qua e là con la certezza di scorgere una vista interessante. A pranzo ci fermiamo a Leknes, il posto più animato che abbiamo visto in tutta la settimana di viaggio. Finalmente vediamo qualche giovane del posto, dei ragazzi che si ritrovano in un centro commerciale.

Quando ripartiamo il tempo peggiora ed il cielo si fa più minaccioso. Le auto percorrono cautamente la lastra di ghiaccio che ricopre la carreggiata. Il vento sempre più forte spazza la strada, su cui agita sinuosamente delle strisce di neve. Dalle cime delle montagne in lontananza si sollevano dense scie biancastre. Ci fermiamo su un lungo rettilineo per ritrarre il paesaggio glaciale ma mentre cerco di avanzare lungo la strada mi accorgo che il vento mi spinge verso sinistra ed a causa del ghiaccio sull'asfalto non riesco a contrastarlo. Scendo allora nella neve fresca ai bordi della carreggiata per qualche rapido scatto prima di rientrare in macchina al caldo. Poco dopo la nostra auto si perde nella nebbia, inizia a nevicare, poi a grandinare. Attraversiamo qualche gruppo di case, poi ancora chilometri nella bufera, finché non scorgiamo sulla destra un gruppetto di auto ferme e qualche sagoma accanto a loro. Accostiamo anche noi chiedendoci cosa li abbia spinti a fermarsi nel mezzo della tempesta. Anche se ancora non lo sappiamo siamo a Flakstad, su una delle spiagge frequentate dai surfisti. Guardando nella direzione in cui guardano tutti vedo due sagome nere che avanzano tra le onde del mare con le loro tavole. Non so se stanno entrando in acqua o se ne stanno uscendo. Tra vento, neve e grandine faccio fatica a stare in piedi e mi davo accucciare un paio di volte per non perdere l'equilibrio a causa delle raffiche. Scatto poche foto di qualità discutibile ma di grande valore. Non avevo mai visto una cosa del genere, né avrei mai pensato che me ne si sarebbe presentata l'occasione. Lasciamo (solo temporaneamente) gli intrepidi surfisti e risaliamo in macchina.

Avanziamo ancora per diversi chilometri a velocità irrisoria, attraversando ponti e piccoli paesi, quando finalmente il tempo si placa. Arriviamo ad Hamnøya poco prima dell'orario del check-in ed aspettiamo nei pressi del ponte che prosegue in direzione Reine. Ci sono molte persone che fotocamera e cavalletto alla mano percorrono su e giù il primo tratto della campata alla ricerca della posizione migliore per ritrarre la baia. Con un po' di fatica troviamo la casa dove dormiremo per le prossime tre notti e conosciamo così Tess ed Alf.

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Reine e Moskenesøya

Il sole non è ancora sorto quando mi sveglio per ammirare il paesaggio dalla finestra. Le luci delle casette che si affacciano sulla baia sono ancora accese ma il cielo è già colorato di un azzurro tenue che cambia in continuazione man mano che il sole sale. Dopo aver liberato l'auto dalla neve ed aver galleggiato lungo la stradina che conduce alla strada principale la imbocchiamo per fermarci poco dopo nei pressi del ponte. I fotografi si sono moltiplicati e sono ovunque: chi fotografa la baia, chi il paesaggio in direzione Reine, chi il mare, chi le montagne. Cavalletti, grandangoli, filtri a lastra, e chi più ne ha più ne metta. L'aria è fredda ma il sole rende la rigida temperatura sopportabile. Anche noi ci uniamo al gruppo e scattiamo qualche foto prima di ripartire diretti a Reine.

Arriviamo al bivio e svoltiamo a sinistra, dove parcheggiamo immediatamente. E' questo il punto da cui vengono scattate il novanta per cento delle foto di Reine, paese che si estende su di una lingua di terra con un bellissimo sfondo fatto di montagne per l'occasione innevate.

Nel pomeriggio decidiamo di andare ad Å, che dista solo pochi chilometri. Si tratta dell'ultimo centro abitato delle Isole Lofoten, oltre non è possibile procedere dato che termina la strada. Dal parcheggio passeggiamo in direzione del porto, tra casette bianche e rosse. Qua e là incontriamo le cassette della posta raggruppate sotto piccoli ripari che le proteggono dalla neve. Dal molo si gode di una bella vista sia verso le casette di pescatori e le barche ai loro piedi, sia in direzione del mare, sempre costantemente velato da un sottile strato di ghiaccio. Il moto ondoso rende più difficile il congelamento della superficie, che è ricoperta da tante piccole lastre che si muovono lentamente l'una contro l'altra creando curiose forme geometriche.

Sulla strada del ritorno ci fermiamo a Sørvågen per pranzare in uno dei pochi ristoranti della zona, il Maren Anna. Lo chef è francese ed il personale proviene da tutta europa. Il cibo è ottimo, con una buona scelta, materie prime della zona ed un tocco di creatività: ve lo consiglio. Ci godiamo le ultime ore di luce approfittando del sole che oggi splende tra le nuvole sottili. I colori delle casette rosse si scaldano ed i riflessi nel mare si fanno più vividi. Su alcuni tetti la neve si sta sciogliendo e notiamo che sono ricoperti di paglia. Lungo la strada incontriamo una signora che rientra a casa spingendo una slitta che usa come se fosse un monopattino e su cui ha caricato le borse della spesa. Per chi non usa la macchina questo è il mezzo di trasporto preferito. Incontriamo anche una ragazza che corre sul bordo della carreggiata, probabilmente con scarpe chiodate. Laddove la natura si fa ostile ecco che l'uomo si adatta. Per far fronte al ghiaccio le auto sono munite di gomme chiodate, ma lo stesso vale per le scarpe e per le biciclette.

Rientriamo a casa e poco dopo esco nuovamente per ritrarre la baia di Hamnøya al calare del sole, osservando la luce che cambia in continuazione, i colori che pian piano passano dal giallo caldo all'azzurro intenso che si fa sempre più tenue, finché il paesaggio non resta illuminato solo da un debole bagliore che poco dopo lascia spazio all'oscurità.

A cena conosciamo Jerome e Thea, una coppia di ragazzi francesi che questa notte dormirà nella stanza a fianco alla nostra. Spaghetti al pesto per tutti. Parliamo del più e del meno e mi rendo conto che purtroppo il mio francese è un po' arruginito. Ci raccontano la loro esperienza, sono in Norvegia da qualche mese e stanno per fare ritorno in Francia.

Usciamo nell'oscurità diretti a Reine, nella speranza di vedere ancora una volta l'aurora. Torniamo nello stesso posto della mattina ed attendiamo. La luce verde si lascia desiderare a lungo ma infine spunta seppur debolmente tra le nuvole che la minacciano. La vista è comunque spettacolare ed il tempo di posa lungo aiuta a catturare più luce di quella che si vede ad occhio nudo. Proseguiamo verso il paese, dove parcheggiamo e facciamo una breve passeggiata ma in giro non c'è anima viva e decidiamo di rientrare.

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Flakstadøya e Vestvågøya

E' arrivato il momento di visitare le altre isole della zona, in particolare Flakstadøya e Vestvågøya, ad est di Moskenesøya. Ripercorriamo la strada che solo due giorni prima si perdeva nella bufera per scoprire nuovi paesaggi e vedere finalmente con la luce i paesini che avevamo attraversato senza neanche accorgercene. Ripassiamo dalla spiaggia dei temerari surfisti, nei pressi del campeggio di Skagen. Deviamo a destra in direzione Nusfjord per una strada che costeggia un lago completamente ghiacciato ai piedi delle montagne. Il vento ha disegnato sulla sua superficie una moltitudine di forme e linee una diversa dall'altra, che creano un bel gioco di riflessi senza mai ripetersi. Il percorso si infila in un passaggio stretto per poi aprirsi sul mare ed in lontananza si scorge un gruppo di case. Visitiamo velocemente il paese camminando nei pressi del porticciolo tra le grida dei gabbiani che volteggiano sopra di noi.

Riprendiamo il nostro tragitto in direzione Leknes, deviando questa volta a sinistra per Myrland, appena prima di attraversare il ponte che collega Flakstadøya a Vestvågøya. La stradina segue la costa a due passi dal mare. L'ombra della montagna alla nostra sinistra rende l'acqua di un colore blu scuro e la temperatura particolarmente rigida, mentre l'isola di Vestvågøya che si trova a destra è interamente illuminata dal sole. Dopo qualche chilometro siamo nel centro abitato, dove un elicottero rosso spicca sulla neve bianca e ci fa capire quanto questo posto sia isolato.

Le nostre prossime tappe sono le spiagge di Haukland e Uttakleiv, nei pressi degli omonimi paesini. Le due località sono separate da una galleria lunga un chilometro ma sono collegate anche da un sentiero di circa quattro chilometri che segue il profilo del promontorio ai piedi della montagna. Giunti ad Haukland ci dirigiamo verso la spiaggia. La luce è bellissima, bassa e diffusa dalla neve che ricopre la sabbia e dall'acqua che accarezza ritmicamente il bagnasciuga. Qualcuno ne approfitta per fare il servizio fotografico alla figlioletta che però non sembra apprezzare e scoppia in un pianto a dirotto. Su di uno scoglio a qualche decina di metri dalla riva un gruppetto di uccelli si è riunito al sole, incurante dei fotografi che non vengono degnati neanche di uno sguardo. Purtroppo non c'è tempo per la passeggiata lungo il promontorio e così risaliamo in macchina percorrendo la galleria per Uttakleiv, dove ci attende uno scenario simile ma in ombra. Vicino a noi noto un gruppetto di ragazzi che arrivano in auto, parcheggiano, infilano gli scarponi ed agganciano gli sci per poi avviarsi chissà dove.

Sci di fondo e salto dal trampolino con gli sci sono gli sport nazionali della Norvegia ma curiosamente alle Isole Lofoten ci sono alcune spiagge particolarmente apprezzate dagli amanti del surf, ed i due impavidi di qualche giorno fa ne sono una chiara testimonianza. Le due spiagge più conosciute tra i surfisti sono quelle di Unstad e Eggum, poco distanti l'una dall'altra. Non avendo molto tempo decidiamo di visitare la prima e lasciare Eggum al giorno successivo. Quando arriviamo è piuttosto tardi. Molti hanno già terminato la loro giornata di surf, alcuni stanno caricando le tavole, altri rientrano infreddoliti ma qualcuno è ancora alla ricerca dell'onda giusta.

Sulla strada del ritorno ci fermiamo nuovamente alla spiaggia di Skagen. Il paesaggio è spettacolare, il sole sta calando ed il cielo si colora di rosa pallido. Siamo in molti allineati sugli scogli, ognuno con cavalletto e filtro neutro.

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Sulla strada del ritorno

E' il nostro ultimo giorno e dobbiamo sfruttarlo al meglio. Siamo diretti ad Eggum per vedere la spiaggia ed il paese. Percorriamo un'ultima volta la strada in direzione est. Il paesaggio dovrebbe essere sempre lo stesso ma non è così. Ogni volta è diverso per la luce, per i riflessi, per i colori, e la tentazione di fermarsi nuovamente è irresistibile. Poche nuvole si muovono rapidamente nel cielo, è una bella giornata. La neve è candida e le casette colorate si distinguono chiaramente anche se lontane.

Ad un bivio svoltiamo a sinistra verso Eggum, imboccando al strada che si dirige a nord passando lungo la costa. Attraversiamo diversi gruppi di case. A destra c'è una distesa di ghiaccio sotto la quale non so se ci sia acqua dolce o salata. Gli spazi sono aperti e sconfinati. Nel paese non c'è molto movimento ma rispetto ai posti visti i giorni passati sembra ci sia molta più vita, ovviamente rapportata al nord della Norvegia. Una signora spala la neve fuori casa e due giovani mamme fanno una passeggiata spingendo le loro carrozzine. Noto anche un piccolo parco giochi con un'altalena. Camminiamo verso la spiaggia. Le onde si infrangono sugli scogli neri coperti dalla neve ma dei surfisti non c'è traccia. Nonostante la giornata di sole l'ombra della montagna ed il vento tagliente ci ricordano che siamo al di sopra del Circolo Polare Artico. Risaliti in macchina torniamo verso la E10 fermandoci di tanto in tanto per fotografare qualche testimonianza della presenza dell'uomo in questo bellissimo e sperduto luogo.

Il viaggio prosegue fino a Svolvær. Dopo un pranzo a base di zuppa di pesce c'è giusto il tempo per un'ultimo giro dall'altra parte della baia. Questa volta ci andiamo in macchina ed arriviamo fino in fondo, dove alcuni uomoni stanno ancora lavorando. A differenza dei giorni passati le strutture di legno sono piene di pesce e l'odore è ancora più forte.

Ormai non ci resta molto tempo prima che faccia buio e visto che la strada è ancora lunga ci rimettiamo in viaggio. Mi accodo ad un camion che ci fa da apripista e ci accompagna fin quasi a destinazione. Lasciamo le valigie in hotel e torniamo all'aeroporto per lasciare la macchina e fare infine ritorno all'hotel accompagnati dal proprietario, che gentilmente ci viene a prendere. La nostra ultima notte passa in fretta dato che il mattino successivo la sveglia è prima dell'alba per tornare all'aeroporto e prendere il primo dei due voli che ci riporteranno a casa. Termina così la nostra vacanza nel nord della Norvegia: sette giorni intensi tra sole e neve, vento e bufera, paesaggi mozzafiato, colori incredibili, cieli stellati ed aurora boreale, entusiasti di questa nuova esperienza e desiderosi affrontare la prossima.

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Conclusioni e suggerimenti

Senza dilungarmi troppo posso dire che i paesaggi visti alle Isole Lofoten sono i più belli che abbia mai visto finora, e dopo averli visti ricoperti dalla neve sarei curioso di poterli ammirare anche d'estate. Se poi ripenso a quello che ho visto in questo angolo della Norvegia cerco di immaginare quello che potrei vedere girandola in lungo e in largo.

L'aurora boreale è l'attrazione principale per i turisti che visitano le isole d'inverno ma vi assicuro che è solo uno dei tanti motivi per scegliere questa meta. Chi ama documentarsi sulla cultura del luogo troverà numerosi musei. Le attività disponibili sono molte ma non tutte sono fattibili in ogni periodo dell'anno, quindi è importante scegliere il periodo in base alle proprie esigenze. L'aurora boreale ed il sole di mezzanotte sono due fenomeni che ovviamente non potete vedere contemporaneamente.

Værøya e Røst sono due piccole isole a sud-ovest dell'arcipelago raggiungibili solo via mare. Se volete visitarle dovete pianificare bene il vostro viaggio perché i collegamenti variano da un giorno all'altro e spesso non è possibile andare e tornare in giornata.

In poco tempo vi renderete conto di quanto rapidamente e significativamente possano cambiare le condizioni di illuminazione. Se scattate una foto che vi sembra ben riuscita non accontentatevi e concedetevi altro tempo, magari tornando nello stesso posto un altro giorno o ad un'altra ora. Ovviamente potete anche pensare di tornare in un altro periodo dell'anno.

Per quanto riguarda gli aspetti logistici l'inglese è parlato un po' dappertutto. Per i pagamenti potete comodamente usare il bancomat anche per le spese più piccole (personalmente ho visto girare qualche banconota solo sull'aereo). La connessione wi-fi è abbastanza diffusa e la potete trovare in quasi tutti i locali, oltre che nelle strutture ricettive. A Svolvær e Leknes potete trovare dei centri commerciali ma negli altri paesi dovete accontentarvi di qualche mini market. Dato l'elevato costo della vita ed il rigido clima invernale vi consiglio di considerare la possibilità di prendere una stanza che abbia la cucina in camera, in modo da non essere sempre costretti a mangiare fuori.

Se avete domande o commenti potete usare la sezione qui sotto o scrivermi via email.

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FAQ

Qual è il periodo migliore per visitare le Isole Lofoten?

La risposta è semplicissima: sempre, purché abbiate una chiara idea di quello che volete vedere. L'aurora boreale è visibile solo d'inverno, il sole di mezzanotte, solo d'estate, le colonie di Pulcinelle di Mare solo in primavera. Le Aquile di Mare sono invece visibili tutto l'anno.

Qual è il modo migliore per muoversi alle Isole Lofoten?

Sicuramente l'auto. Ci sono anche dei pullman che percorrono le isole in lungo e in largo ma l'auto resta il modo migliore. D'inverno le auto a noleggio sono munite di pneumatici chiodati. I limiti di velocità vanno dai 50km/h agli 80km/h

Quali sono le temperature minime delle Isole Lofoten d'inverno?

Le minime nel periodo in cui ci sono stato erano attorno ai cinque gradi sotto zero, senza una grande variabilità tra giorno e notte. Da quanto ho letto possono scendere attorno a dieci gradi sotto zero. Grazie al mare ed alla Corrente del Golfo il clima è piuttosto mite e le temperature non sono eccessivamente basse nonostante la latitudine.

Qual è l'abbigliamento più indicato per la stagione invernale?

Abbigliamento da neve, possibilmente a strati, e scarpe impermeabili. D'inverno le strade sono costantemente ghiacciate e possono essere molto utili delle "catene da scarpe", che potete trovare sul posto o meglio ancora acquistare prima di partire nel più famoso negozio di articoli sportivi o su internet.

Che documenti servono per visitare le Isole Lofoten?

Per entrare in Norvegia è sufficiente la carta d'identità nonostante non aderisca alla moneta unica. Sono valide inoltre anche la patente di guida italiana e la tessera sanitaria. Diverso è il discorso se intendete visitare le Isole Svalbard, per le quali valgono delle regole a parte.

Dove si possono vedere le colonie di Pulcinelle di Mare?

La maggior parte delle escursioni si dirigono verso Værøya.

Dove si possono vedere le balene?

Le principali escursioni partono da Andenes.

Dove posso trovare le previsioni meteo delle Isole Lofoten?

Su www.yr.no. Non fidatevi però delle previsioni che vanno oltre un paio di giorni perché il meteo da queste parti è imprevedibile.

Come faccio a sapere quando e dove vedere l'aurora boreale?

Ci sono numerosi siti internet ed app per smartphone che forniscono queste informazioni e che fanno una previsione sulla base dell'attività solare e delle condizioni meteo. Molte app forniscono anche le notifiche in base alla posizione. Installate da Google Play quella che preferite e provatela prima di partire.

- 30 Mar 2017 -



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