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Canon Live Experience 2013

Informazioni

Evento: Canon Live Experience 2013
Luogo: Milano, IED (via Sciesa 4, via Bezzecca 5)
Periodo: 15 Nov 2013 -> 17 Nov 2013
Descrizione: evento organizzato da Canon per tutti gli amanti della fotografia, a tutti i livelli
Consigli: tanti gli incontri in contemporanea nelle 4 sale a disposizione: leggete il programma e documentatevi sui fotografi; meglio arrivare con anticipo agli incontri più gettonati (le sale sono più capienti di quelle dell'anno scorso, ma comunque non enormi); la prima volta serve registrarsi compilando un modulo: non arrivate all'ultimo momento perché potreste trovare la fila


Anche quest'anno Canon non ha voluto mancare l'appuntamento con la fotografia intesa nel senso più ampio. L'evento ha cambiato nome (fino all'anno scorso si chiamava Fotografica) ed è stato concentrato in tre giorni, due in meno dell'anno scorso, ma la sostanza resta la stessa: un intenso appuntamento che dà la possibilità a chiunque di curiosare intorno al mondo della fotografia. Un'occasione per incontrare fotografi famosi, per ascoltare i loro consigli, per toccare con mano e provare sul campo i prodotti foto e video più innovativi di Canon, per stampare le proprie foto con le migliori stampanti Canon, per "fare il tagliando" alla propria fotocamera con la pulizia di sensore e lenti o per scoprire i corsi di Canon Academy.

Sebbene non ne parli in questo articolo è bene ricordare che Canon Live Experience è rivolta anche agli amanti del mondo del cinema, con incontri dedicati ed una sezione espositiva in cui è possibile provare gli ultimi prodotti video Canon, da quelli accessibili a tutti a quelli professionali. Avete mai provato a maneggiare una steady-cam?

Dopo l'articolo dell'anno scorso (Fotografica 2012) arriva quest'anno la conferma dell'altissimo livello di questo avvenimento, divenuto ormai un appuntamento imperdibile per ogni appassionato.


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Premessa

Tanti i dibattiti tenuti dai vari fotografi, impossibile seguirli tutti. Bisogna inevitabilmente fare delle scelte, a volte sulla base del titolo dell'incontro (che però non è sempre indicativo), più spesso secondo la propria sensazione, meglio se accompagnata da una ricerca preventiva su internet, per capire lo spirito ed osservare le opere del fotografo. Come al solito la cosa migliore consiste nel documentarsi per tempo in modo da fare delle scelte mirate e consapevoli. Detto ciò mi sarò certamente perso qualche intervento interessante, ma sarà per l'anno prossimo...

Ricordate che i fotografi sono fotografi, non necessariamente dei bravi oratori. Come prima cosa devono saper fare bene il loro lavoro. Se poi sono anche bravi a raccontarlo allora tanto meglio, ma non possiamo pretenderlo.

In questo articolo cercherò di raccontare gli incontri che più mi sono piaciuti, provando a trasmettere l'entusiasmo che mi hanno comunicato i fotografi. Dedicherò anche qualche parola in più all'evento in tutte le sue sfumature, in modo da farvi capire meglio cosa offre. Inutile ricordare che si tratta della mia opinione personale e che non mi aspetto sia condivisa da tutti.

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L'evento

Quest'anno l'evento ha cambiato la sua location, spostandosi dai capannoni di via Tortona ai locali dello IED (Istituto Europeo del Design), in zona Cinque Giornate. La formula è stata ridotta, comprimendo gli interventi in sole tre giornate, da venerdì sera a domenica sera. Le sale dedicate agli incontri sono quattro, divise presso due edifici in via Sciesa 4 ed a poche decine di metri in via Bezzecca 5, dove all'interno di un capannone sono allestiti anche uno spazio espositivo con i prodotti foto e video Canon di ultima generazione ed un set fotografico dove diversi fotografi professionisti si alternano in sessioni di scatto con modelli e modelli in varie ambientazioni.

Una novità importante di quest'anno è stata la "replica" dell'evento a Bari, ad una settimana di distanza. Sul sito ufficiale Canon è disponibile il calendario completo della manifestazione. Inutile ricordare (ma lo faccio lo stesso) che l'ingresso è gratuito: è sufficiente registrarsi al banco di accoglienza.

Veniamo ora ai dettagli. Senza alcun dubbio l'elemento più interessante consiste negli incontri con i fotografi, che spaziano tra i generi più disparati, da quelli più pratici come il fotogiornalismo e la street photography a quelli più artistici e concettuali. Sono presenti anche dibattiti dedicati agli aspetti della professione del fotografo, tenuti da esperti del settore. Non possono mancare infine gli incontri più tecnici, mirati alla conoscenza delle moderne fotocamere digitali, alla post-produzione ed alla stampa su carta fotografica. Leggendo il programma vi accorgerete di quanto sia vasto e vario il mondo della fotografia!

Vi consiglio di informarvi in anticipo sui fotografi che potrebbero interessarvi, cercando qualche informazione sul loro percorso e guardando le loro foto su internet o sui rispettivi siti ufficiali (e non) che ormai tutti hanno. Non fatevi ingannare dai titoli degli incontri e non fermatevi davanti all'ostacolo del genere che non conoscete: spesso si tratta delle occasioni ideali per scoprire qualcosa di nuovo e per imparare qualcosa in più. Tuttavia non andate agli incontri pensando che qualcuno vi svelerà finalmente il segreto della foto perfetta, la formula magica con cui potrete fare scatti fantastici, ma concentratevi piuttosto sul contenuto e sullo spirito che muovono le persone che state ascoltando. Ad un incontro sulla fotografia di montagna una persona chiedeva insistentemente al fotografo come aveva ottenuto la luce ed i colori di alcune delle sue foto, con quali filtri, con quale post-produzione. La risposta è stata: «con la pazienza, aspettando il momento giusto». Credo che questo scambio racchiuda alla perfezione il concetto che vorrei esprimere...

L'aspetto commerciale della manifestazione non va tralasciato. Canon vende prodotti fotografici di tutti i tipi ed ha il merito di farsi pubblicità nel modo giusto, ovvero facendo provare alle persone i suoi prodotti, compresi quelli di punta che molti non potranno mai comprare. Ecco allora che il set fotografico allestito e periodicamente rinnovato rappresenta l'occasione per provare, previa prenotazione sul posto e consegna di un documento, le reflex EOS entry level e di fascia più alta, assieme ad un vasto parco di ottiche. Ogni sessione di scatto è introdotta da un fotografo professionista che dispensa qualche consiglio al plotone che attende con trepidazione l'arrivo dei modelli (soprattutto delle modelle...), invitando il pubblico a chiedere senza esitazione di spostare luci ed allestimenti (nei limiti del possibile) o di far muovere i modelli più lentamente, se necessario, perché «sono qui per voi». Va detto infatti che non si tratta di sessioni di posa, ma di performance di circa 1h:30m l'una in cui i modelli si muovono o ballano in un ambiente più o meno ricco di dettagli e con una musica di sottofondo. Se l'anno scorso avevo criticato l'iniziativa, quest'anno, avendo assistito a diverse sessioni, devo ricredermi, ma anche questa volta non è mancata la performance per testare l'autocontrollo del pubblico: non sapevo fosse tornato di moda il body painting... :-)

Per i clienti Canon è possibile inoltre usufruire di un servizio di pulizia sensore ed ottiche. Serve anche in questo caso prenotarsi al banco dedicato poiché i posti sono limitati. A chi invece cliente non lo è ancora ma potrebbe diventarlo Canon offre la possibilità di stampare le proprie foto con le sue stampanti professionali, con tanto di scelta del formato (fino ad A3+, che equivale a 48.3cm x 33cm) e del supporto (cartoncino o carta fotografica di diversi tipi). E' presente anche un banco dove chiedere informazioni sui corsi organizzati da Canon Academy. Altri spazi sono dedicati alle fotocamere compatte ed alle stampanti più generose. Anche per chi si sta ancora avvicinando al mondo della fotografia o per chi non è alla ricerca di prestazioni al top Canon riserva prodotti di tutto rispetto. Qualunque sia il servizio offerto il personale è pronto ad esporre le caratteristiche tecniche ed a rispondere alle eventuali domande.

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Nino Migliori - Profilo d'autore

Quello con Nino Migliori è stato uno degli incontri più attesi. Denis Curti introduce ed accompagna alla perfezione l'intervento di uno dei più celebri fotografi italiani. Non ci vuole molto per capire che la definizione di fotografo descrive solo parzialmente la sua produzione. Anche una persona impreparata come me si accorge subito di avere di fronte un artista, aspetto che affiora man mano che la discussione si sviluppa attraverso l'analisi delle sue esperienze e delle sua opere.

Interpretazione è la parola d'ordine che apre ed accompagna tutto l'incontro, durante il quale Nino Migliori mostra come attraverso la luce sia possibile attribuire un significato diverso a ciò che viene ritratto. Tuttavia non si tratta di un processo puramente esplorativo, ma del frutto di un'analisi che porta a ritrarre il soggetto con gli occhi della nostra mente: la ricerca consiste nel riuscire a riprodurre l'immagine che la nostra mente ha percepito per regalarla ai nostri occhi.

Impossibile riassumenere il lavoro e la produzione di una vita in un'ora e mezza, ma ascoltare il racconto della nascita di alcune delle sue creazioni ed osservare la loro realizzazione non può che interessare ed arricchire il pubblico presente. L'idea non è altro che la scintilla e richiede un approfondimento prima di divenire un progetto, un lavoro che sviluppa e descrive in modo esauriente l'intuizione iniziale attraverso gli scatti. Ecco allora come l'osservazione delle scritte sui muri di Bologna diventa lo spunto per raccontare l'uomo e la sua espressione attraverso la scrittura, al contempo personale, perché spesso eseguita di getto, e pubblica, perché sotto gli occhi di tutti: un'idea politica che trova la contrapposizione di chi non la condivide, un messaggio lasciato a qualcuno, un urlo di dolore di una bambina sono solo alcune delle testimonianze delle tante storie raccontate da un mezzo di comunicazione sintetico ed immediato. Provate a riflettere su somiglianze e differenze tra i mezzi di comunicazione moderni e quelli antecedenti alle moderne tecnologie. Un altro esempio è il progetto della via Emilia, che Nino ha percorso facendo ad ogni incrocio una fotografia a ciò che si trovava davanti a lui e scattando allo stesso tempo una foto alle sue spalle, a ciò che aveva appena lasciato dietro di sé. Il curioso esperimento mostra come a volte lo scatto inconsapevole risulti più interessante di quello fatto coscientemente.

Una nota a parte merita l'esperienza delle Polaroid. Il sistema che ha creato le cosiddette istantanee non poteva lasciare indifferente il maestro bolognese. Il libretto delle istruzioni intimava di non toccare assolutamente le foto durante il processo chimico che porta allo sviluppo dell'immagine. La maggior parte delle persone seguirebbe l'avvertimento, ma non Nino Migliori, che spinto dalla sua insaziabile curiosità inizia a sperimentare ed imparare ad alterare le immagini appena ritratte. Nascono così le sue trasfigurazioni: opere realizzate con una Polaroid e modificate durante il processo di sviluppo, prima con il solo aiuto delle mani, poi attraverso metodi più complessi e creativi. Penso che questo esempio sia emblematico per capire lo spirito di un vero artista, alla continua ricerca di qualcosa di nuovo, curioso nei confronti di qualsiasi novità gli si possa parare di fronte. In questa ottica appare quindi evidente come l'artista bolognese non possa che accogliere a braccia aperte la fotografia digitale, che apre le porte ad innumerevoli interpretazioni artistiche segnando un passo importante nel cammino di un'arte che lui stesso definisce giovanissima.

Nino Migliori si è definito all'inizio dell'incontro come «uno dei partecipanti più datati» di Canon Live Experience, ma a chi ha assistito al suo e ad altri incontri appare lampante come la sua mente sia molto più giovane, elastica e curiosa di quella di tanti altri che sulla carta d'identità vantano un netto vantaggio anagrafico. A differenza di molti nostalgici accoglie con entusiasmo il boom che la fotografia sta vivendo grazie all'evoluzione della tecnologia («la fotografia è giovane»), atteggiamento che testimonia la sua lungimiranza e la sua apertura.

Una persona del suo calibro non poteva che chiudere in bellezza invitando il pubblico a fare domande, ad esprimere opinioni e critiche sulle sue opere e su quanto esposto nel tempo a disposizione. Nino Migliori non è alla ricerca di celebrazioni ma è ansioso di potersi confrontare con il suo pubblico, per scambiare opinioni e punti di vista sul mondo della fotografia, per dare consigli preziosi ma anche per ascoltare le critiche, incoraggiando i più giovani a provare, sperimentare, mettere in pratica le proprie idee, dare sfogo alla propria creatività. Un grande incontro, penso non serva aggiungere altro.

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Giovanni Gastel - Profilo d'autore

L'incontro con Giovanni Gastel è stato una piacevole sorpresa. L'anno scorso ho assistito ad un dibattito tenuto da un famoso fotografo di moda dalle indubbie capacità creative che, senza per nulla celare la propria autostima, mostrava i suoi lavori sottolineando la sua predilezione per il controllo dei modelli sul set fotografico. Avendo notato una certa attinenza con il desiderio di controllo che come risaputo contraddistingue i serial killer :-) ero curioso di sapere se questa caratteristica fosse un elemento comune per un genere fotografico che spesso consente di mettere a punto molti aspetti del risultato finale. E' stato un piacere constatare che non è così. Al contrario Giovanni Gastel si mostra come una persona piacevole, ben disposta ed aperta nei confronti del pubblico che ben più preparato di me lo accoglie con interesse e lo ascolta con attenzione. Altrettanto aperto e rispettoso anche il suo atteggiamento nei confronti dei propri soggetti.

L'incontro si sviluppa attraverso i racconti delle sue prime esperienze lavorative, quando giovanissimo si avvicina al mondo della fotografia, imparando direttamente sul campo e percorrendo i classici passi della gavetta, finché non si presenta la prima opportunità di un certo rilievo presso una delle più note case d'asta al mondo. Le esperienze successive lo proiettano nel mondo della moda, che sarà il punto di riferimento principale del suo lavoro. In pochi anni inizia a collaborare con le più celebri riviste al mondo e si afferma tra i fotografi di moda più noti del settore. Divertente l'aneddoto della sua prima collaborazione importante con Flavio Lucchini, dopo aver assistito alla "rinuncia" di Oliviero Toscani (se ne avete l'occasione fatevelo raccontare).

Nipote di Luchino Visconti, Giovanni Gastel cresce in un ambiente non ordinario, circondato da «vecchie contesse», e proprio per questo a chi gli chiede perché non abbia mai cercato di cimentarsi in generi diversi risponde che non ha voluto ostinarsi nel tentativo di descrivere con la fotografia realtà e generi che non conosceva, preferendo invece dedicarsi a contesti più consoni alle sue esperienze dirette. Still life e moda costituiscono il suo principale campo d'azione, con alcuni lavori dedicati al collezionismo fotografico a cui si sta dedicando ultimamente. Se è vero che a differenza di altri generi la fotografia in studio consente di avere sotto controllo ciò che si scatta, è altrettanto vero che ne risulta una attenta e minuziosa ricerca della perfezione (nonostante Giovanni si definisca piuttosto veloce in studio), sia dal punto di vista tecnico che da quello creativo. Interessante la riflessione sulla still life, dove «quando sei tu ed una scarpa o hai un'idea valida o non combini niente».

A quanti ammirano la sua fotografia Giovanni Gastel risponde che per lui si tratta di colmare il bisogno di esprimersi e di creare: non ha importanza se ciò avviene attraverso la fotografia o tramite altre forme d'arte (Giovanni scrive anche poesie, alcune delle quali sono state pubblicate in un libro). Riflettendo su questa affermazione ecco probabilmente una delle chiavi del suo successo: se il risultato nasce da una necessità naturale e genuina allora non può che rispecchiarne l'autenticità. Interessante anche il suo concetto di foto perfetta: se la foto appena scattata serve a colmare il bisogno di esprimersi, produrre qualcosa di creativo, quella veramente perfetta resta comunque quella che deve ancora venire. Mi pare anche questo un atteggiamento chiave per chi mira a migliorarsi continuamente.

Giovanni non esita infine a manifestare la sua apertura nei confronti dell'evoluzione della fotografia, dei mezzi attualmente a disposizione sia dal punto di vista dello scatto, dove si spazia da fotocamere ed ottiche di altissimo livello a semplici smartphone, che per quanto riguarda la post-produzione, dove l'uso di Photoshop e programmi simili ha dato vita ad innumerevoli sviluppi ed evoluzioni dello scatto iniziale. Per non parlare poi dei potenti mezzi di condivisione offerti dal mondo di internet. In fondo anche la Polaroid rappresentò una svolta nel mondo della fotografia. Non accettare i cambiamenti «sarebbe come spararsi nelle palle per fare un dispetto alla moglie». Una frase sufficientemente efficace, al punto da non richiedere ulteriori commenti...

Come avete potuto constatare si è trattato di un incontro completamente diverso dal primo, ma altrettanto interessante!

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Stefano Torrione - La piazza del mondo

Stefano Torrione apre il suo incontro con un video che racconta attraverso immagini, voci e rumori Jemaa el-Fnaa, la piazza principale di Marrakesh che è entrata a far parte nel 2008 dell'Intangible Cultural Heritage, la lista dei beni che fanno parte del patrimonio culturale intangibile dell'umanità, creata e periodicamente aggiornata dall'UNESCO (trovate informazioni dettagliate nella sezione dedicata del sito ufficiale dell'UNESCO). Il titolo dell'incontro, La piazza del mondo, ed il filmato presentato in apertura si dimostrano un'eccellente introduzione al dibattito che segue.

Stefano racconta con passione e trasporto la sua esperienza alla ricerca degli ultimi sette cantastorie della piazza, ultimi eredi di una tradizione lunghissima di tramandazione orale in una lingua a molti ormai ignota. Con il suo progetto (non commissionato) ha raccolto foto nell'arco di otto anni, durante i quali ha frequentato a fasi alterne, nei ritagli di tempo prima del ritorno dai suoi viaggi di lavoro, la famosa piazza ed i suoi personaggi. Data la fama del luogo ed i turisti che attira è diventato ormai impossibile scattarvi foto passando inosservati e senza pagare. Per questo motivo Stefano confessa di aver cercato di farsi accettare attraverso delle conoscenze. Questo metodo però non diede i risultati sperati, perché «la place il faut se la mériter», come gli disse un farmacista del posto. Fu allora che capì che era necessario cambiare approccio, smettere di essere un turista ed entrare a far parte di quell'ambiente che voleva ritrarre e mostrare a tutto il mondo. Ma come? Stringendo relazioni e guadagnandosi la fiducia ed il rispetto delle persone, ma soprattutto cercando di lasciare un segno nella loro vita. E fu così che con il passare del tempo, con la costanza dei ritorni sul posto, con le ripetute visite ai protagonisti della piazza, imparando a conoscere piuttosto che invadendo questo mondo, riuscì a farsi accettare, ad abbattere l'ostacolo della diffidenza e a non essere più visto come uno dei tanti turisti di passaggio, curiosi ma disinteressati.

Ecco allora che le persone iniziarono ad aprirsi e con loro le porte delle loro abitazioni, dove Stefano è stato accolto ed ha avuto la possibilità di vedere ambienti riservati, per assistere alle ripetizioni delle storie raccontate poi in pubblico ed al loro insegnamento ai più giovani che manterranno la tradizione, a cerimonie private e feste tradizionali a cui un occidentale qualsiasi non sarebbe mai stato ammesso, o alle scene della vita quotidiana degli ultimi cantastorie di piazza Jemaa el-Fnaa e delle loro famiglie. Oltre a tutto ciò non mancano ovviamente le numerose testimonianze della vita della piazza, che sembra sempre la stessa ma in realtà non lo è, che regala ogni giorno qualcosa di nuovo. La bravura del fotografo consiste proprio nel riuscire a catturare l'insolito, il particolare, in un contesto che è solo apparentemente immutabile. In fondo questa visione è comune a molti amanti della fotografia, forse a tutti. Non sarà un caso infatti se sia Stefano Torrione che Denis Curti, durante incontri diversi ed in giorni differenti, citano una famosa scena del film Smoke, in cui uno dei protagonisti scatta ogni giorno una fotografia alla stessa ora nello stesso posto, ottenendo sempre un risultato diverso, talvolta sorprendente.

Ed ecco allora svelato il "segreto": conoscere, comprendere, lasciare una traccia del proprio passaggio. Come già detto non esiste la formula magica: la fiducia bisogna costruirla passo dopo passo e per farlo serve avere pazienza.

Ah, dimenticavo, qualcuno sarà interessato anche a qualche dettaglio tecnico... Sì, certo, allora... Innanzitutto vi consiglio di leggere la sezione dedicata del suo sito Gli ultimi 7 cantastorie di Marrakech, dove trovate anche una galleria fotografica. Dato che le foto sono state scattate in un arco di tempo molto ampio alcune sono state fatte in analogico, su diapositiva, mentre le più recenti sono state scattate in digitale. L'obiettivo preferito da Stefano è il 35mm, perché gli consente di ambientare le sue immagini, di poter contestualizzare il primo piano. Inutile dire che il concetto è semplice, ma bisogna saperlo mettere in pratica ed essere capaci di avvicinarsi molto (ed allora si ritorna sempre al discorso della fiducia e dell'accettazione). L'uso del flash, a volte su fotocamera, a volte esterno ma con filo, è presente in molti casi ma mai invadente. Interessante notare che gli aspetti tecnici, pur essendo fondamentali per la riuscita degli scatti e richiedendo delle capacità che non si imparano dall'oggi al domani, non siano affatto al centro della discussione, come invece mi è capitato di sentire durante alcuni altri incontri: la tecnica non è la chiave per il successo della foto, ma il mezzo che permette di mostrare nel modo migliore il contenuto. Penso che questa sia anche l'opinione di Stefano...

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Conclusioni

Se anche quest'anno ho trovato materiale per scrivere un articolo vuol dire che la scelta dei fotografi è stata ottima. Non ho avuto modo di assistere a molti incontri, ma i tre che ho descritto sono stati davvero interessanti ed ognuno di essi mi ha lasciato un messaggio positivo. E' interessante notare come nonostante le nette differenze tra il loro modo di intendere la fotografia tutti i fotografi abbiano delle caratteristiche comuni: la passione, la curiosità e l'apertura nei confronti dei cambiamenti.

Per quanto riguarda la logistica devo segnalare un punto a favore dell'organizzazione: gli ambienti dello IED non rappresentano ancora la perfezione ma segnano un netto miglioramento rispetto alla location dell'anno scorso (in zona Tortona). Le sale sono più ampie e meglio illuminate, senza i tremendi lucernari che l'anno scorso rendevano quasi impossibile osservare bene le foto in alcune stanze.

Complimenti a Canon che non si limita a proporre i suoi prodotti ma consente al pubblico di toccarli con mano e provarli, oltre a proporre una panoramica molto ampia sull'arte della fotografia, raccontata da alcuni dei maggiori esponenti del settore. Complimenti anche a Denis Curti, che ha accompagnato egregiamente con passione e competenza alcuni degli incontri.

Canon ha capito da tempo che non esiste migliore pubblicità della passione. Viene da chiedersi come Nikon possa accettare di essere surclassata in questo modo dal suo più diretto concorrente!

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Ringraziamenti

Oltre a Canon, già lodata più volte per la sua iniziativa, un ringraziamento particolare va ai fotografi Nino Migliori (il sito risulta alla data in cui scrivo in allestimento, ma spero venga reso visibile al più presto), Giovanni Gastel e Stefano Torrione, per il loro entusiasmo nel raccontare il proprio lavoro, per la passione che ci mettono e che riescono a trasmettere alla perfezione. Ognuno di loro ha lasciato un segno. Se doveste avere la possibilità di ascoltarli non fatevela sfuggire e non ve ne pentirete!

Per qualsiasi commento o domanda relativi a questo articolo potete usare la sezione commenti qui sotto o scrivermi.

- 10 Dic 2013 -



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